mercoledì 27 novembre 2013

Un giorno di ordinaria follia...sfiorato per pochi spiccioli - Kuala Lumpur, Malesia

Il maledetto pulsante oscurato
Capita a tutti almeno una volta di entrare in conflitto con le procedure automatizzare, la tecnologia, i controlli, le macchine. Anche se sei ingegnere, sai qualcosa di di elettronica, informatica e comunicazioni, non sei immune alla frustrazione indotta dalla modernità. A me è appena successo, e ho rischiato il tracollo.
Quelli dei corsi mi hanno chiesto di fermarmi a insegnare una settimana in più del previsto. Devo quindi cambiare la data del volo di ritorno. Recupero la prenotazione online e clicco il pulsante per modificarla. Trovo la soluzione che fa per me ma sono in classe e ho con me solo la carta di debito. Al momento del pagamento scopro che non può essere accettata. Devo aspettare di essere in stanza per poter usare quella di credito. 
Un'ora dopo arrivo in albergo, accendo il computer e con la carta giusta in mano mi appresto a completare la transazione. In casi come questo fino a quando non ricevo la conferma dell'avvenuto pagamento sono sempre piuttosto teso. Di solito è una sensazione ingiustificata, di cui non riesco a spiegarmi il motivo. L'esperienza che mi è toccata oggi mi chiarirà ogni dubbio.
Quando arrivo alla pagina della prenotazione il pulsante per cambiarla è oscurato, non più selezionabile. Accanto appare una scritta: "L'itinerario non è modificabile, per maggiori informazioni chiamare il..." Ma cazzo, se lo era fino a un'ora fa?
Chiamo quindi il call center. Per la prima di una lunga serie di volte. Procedo lungo il solito percorso tra menù e numeri da selezionare e alla fine vengo messo in attesa. Sono il quinto in coda. Devo attendere quattro minuti. Parte la musichetta, metto il vivavoce. Dopo qualche minuto mi risponde un addetto che capisce al volo di cosa ho bisogno, trova la soluzione che preferisco e quando si appresta a selezionarla...cade la linea. Bestemmie. 
Richiamo, attraverso di nuovo la sequenza del menù, e vengo messo in attesa. Sono il dodicesimo in coda. Devo attendere nove minuti, mi sembra di aver capito. Metto il vivavoce. Nel frattempo ricarico decine di volte la pagina della prenotazione online, sperando vanamente che il pulsante ritorni in chiaro. Dopo un po' una vocina del call center mi invita a inserire il numero per essere richiamato. Lo faccio e metto giù. Alcuni minuti dopo, quando calcolo che avrebbero già dovuto chiamarmi, controllo il telefono. Chiamata persa, messaggio nella casella vocale. Ma come cazzo è potuto succedere? Non mi sono mosso di qui! Mi accorgo che il telefono ha la suoneria disattivata. Eresie. Ascolto il messaggio nella casella sperando mi diano qualche informazione utile. La signorina si presenta e mi ringrazia per averli chiamati, fine. Ma porca puttana! 
Chiamo di nuovo, altra sequenza di numeri, vengo messo in attesa, sono il diciottesimo in coda, devo aspettare quindici minuti. Una vocina mi invita a inserire il mio numero per essere richiamato. Mentre lo sto digitando la vocina cambia idea e mi fa sapere che al momento non sono in grado di richiamarmi. Mi devo sorbire i quindici minuti di attesa in diretta. Metto il vivavoce. Provo a ricaricare la pagina della prenotazione. Lo stato del pulsante non cambia. La musichina e la vocina che ripete a ciclo continuo le promozioni della compagnia sono come grattate d'unghie su una lavagna. Devo trattenermi per non prendere il muro a mazzate col telefono. 
Poi mi passano un'operatrice con la voce simpatica e tranquillizzante. Purtroppo però dev'essere una neoassunta perché a differenza del suo collega non capisce nemmeno le cose più elementari, e la mia è una richiesta con un indice di difficoltà medio alto. Me la vedo brutta. Bestemmio internamente, e si sa che la blasfemia trattenuta ti alza la pressione dell'anima, facendola gonfiare col rischio che esploda. Le chiedo se può appuntarsi il mio numero così almeno in caso di caduta della linea mi può richiamare. Lo fa. E' inesperta ma molto gentile. Visto che non riesce a risolvere il mio problema mi rimette in attesa. Altra razione di musichette e promozioni. Credo che potrei tagliare di netto una sbarra di titanio con gli incisivi. 
Passano vari minuti e mi risponde di nuovo. Ha trovato la tariffa che mi interessa. Mi sembra bassa, la cosa puzza, ma le dico di procedere. Mi chiede i dati della carta e mi dice di attendere. Passano altri minuti, poi mi informa che la tariffa è di 100 ringgit più alta, cioè pari a quella che avevo letto nel sito, le dico che va bene. Mi dice di attendere, passano altri minuti. Poi finalmente mi conferma che il pagamento è avvenuto. La ringrazio, metto giù e mi sgonfio come un sacco di farina forato. 
Sul telefono arriva un messaggio del gestore, la chiamata è durata qualche migliaio di secondi e ho consumato più del 95% del credito. Se la telefonata fosse durata un po' di più la linea sarebbe caduta e io sarei partito per una missione risolutrice, come Michael Douglas in "Un giorno di ordinaria follia".
Per fortuna sono laureato in ingegneria. Cosa mi sarebbe successo se mi fossi diplomato all'accademia dell'arte?

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