Visualizzazione post con etichetta Guangzhou. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Guangzhou. Mostra tutti i post

martedì 28 maggio 2013

Quei cinesi continentali - Hong Kong

Vista della skyline da Tsim SHa Tsui
M sta completando un master in scienze dell'educazione presso una famosa università di Hong Kong. E' cinese, della Cina Popolare, la conosco da anni. Una ragazza simpatica, dolce, educata, molto per bene. Niente a che fare con lo stereotipo del cinese che sputa, si pulisce in pubblico le orecchie, il naso o qualcos'altro, mastica semi e radici seduto accanto a te, succhiando rumorosamente e sputacchiando gusci sfasciati e fibre spappolate. Ma da quando è arrivata a Hong Kong quello stereotipo non smette mai di frustrarla, metterla in imbarazzo e umiliarla.
A volte, quando in un negozio fa un paio di domande sul prodotto che intende acquistare, un commesso le risponde: "Oh, questa è Hong Kong, mica la Cina continentale!" Mi racconta che i cinesi vengono accusati di "rubare" i posti di lavoro ai cittadini del luogo oppure, e questo la coinvolge personalmente, le posizioni disponibili per master e dottorati nelle migliori università. Lei il master se lo è pagato da sé, e molto più di quel che paga un cittadino di Hong Kong. Questo genere di accuse generalizzate le trova quindi piuttosto irritanti.
Passeggiamo per le vie di Kowloon e quando arriviamo a un incrocio dal momento che la strada è sgombra io, come faccio sempre, attraverso, a prescindere dal colore della luce del semaforo.

lunedì 28 marzo 2011

Bizzarrie cinesi/2 - Guangdong e Yunnan, Cina

- Le monete da uno yuan sono spesso utilizzate per il resto nella Cina orientale ma sono quasi impossibili da trovare nelle province occidentali - ad esempio lo Yunnan - dove vengono usate quasi esclusivamente le banconote da uno yuan.
- All'aeroporto di Kunming una ragazza sta aggrappata alla mano e alla borsa del portatile di un uomo, scivolando inginocchiata sul pavimento come se stesse attaccata a uno skilift, gridando "Non ti lascio andare...noooooon ti lascio andareeeeeee!", mentre l'uomo - visibilmente turbato e in imbarazzo - cammina da un banco all'altro trainando quell'insolito, agitato e rumoroso bagaglio, alternando conversazioni educate con gli addetti delle compagnie aeree - i quali fanno finta che non stia succedendo nulla e fissano spesso imbambolati qualcos'altro - e urla selvagge all'indirizzo della ragazza. Ogni tanto smettono di bisticciare e cominciano a colpirsi per alcuni secondi, poi riprendono a litigare e alla fine l'uomo si avvia verso un altro banco, senza smettere di trascinare la ragazza le cui suole scivolano sul pavimento levigato dell'androne dell'aeroporto. Un'amica di lei parla al telefono mentre un gruppo sempre più folto di curiosi osserva la scena in silenzio, fino a quando arriva un poliziotto che porta i tre alla vicina stazione.
Lei è la sua amante? Lui le deve del denaro? Lei vuole quel portatile? Lo sta ricattando? Non riuscirò mai a scoprire di cosa si trattava ma è stato un modo divertente per ammazzare il tempo fino a quando i banchi del check-in sono stati aperti.
- Dopo aver completato la procedura per il check-in del volo Kunming-Bangkok l'addetta della compagnia aerea mi dice: "Si sieda laggiù e attenda l'apertura dei banchi della dogana per favore."
"...ah, e quando aprono?"
"Quando gli addetti entrano in servizio."
"...no, volevo dire..." Che cosa volevo dire? Come glielo posso spiegare?
"Beh, va bene...certo, grazie..."
- Anche la città cinese di Guangzhou ha la sua versione dei falsi monaci buddhisti: si aggirano nella piazza di fronte al tempio Guangxiao, consegnano ai passanti degli amuleti di cartone e chiedono loro di donare delle somme improponibili (per i falsi monaci di Kuala Lumpur potete leggere qui).
- Le autorità locali di Kunming (che non è nemmeno una delle città cinesi più importanti) hanno deciso di creare una New town lontana dal centro. Gli uffici governativi e i campus universitari (varie volte più grandi di quelli vecchi) saranno trasferiti lì.
- Supermercati, negozi e vari ristoranti hanno terminato le scorte di sale iodato a causa del panico indotto dalla minaccia radioattiva dei reattori nucleari di Fukushima.
- I bidoni della spazzatura al Green Lake di Kunming aprono gli sportelli automaticamente e ti augurano buona fortuna dopo che vi hai gettato dentro i tuoi rifiuti.

venerdì 25 marzo 2011

Benvenuto in Cina: in sole 24 ore - Guangdong, Cina

Il ponte pedonale sbarrato a Guangzhou
Bizzarrie cinesi. Possono divertire anche uno che in Cina ci ha vissuto abbastanza, basta tornarci dopo non esserci stati per qualche anno...

- Al confine tra Hong Kong e la Cina i bagagli sono passati ai raggi X. E' soltanto il primo passo di una lunga sequenza di ispezioni: le autorità cinesi sono davvero innamorate di quelle macchine a raggi X.
- La gente si spinge e non rispetta l'ordine della fila al controllo passaporti: alcuni cinesi amano queste attività anche più dei raggi x.
- L'ufficiale di frontiera chiede alla gente di alzare i capelli dalla fronte e poi scruta nervoso, perplesso, con sospetto e ripetutamente le foto dei passaporti.
- Una lunga coda e un modulo da riempire per cambiare 1000 dollari di Hong Kong in Renminbi, cosa che avrei potuto fare in un minuto a Hong Kong se non avessi sottovalutato il lato oscuro della burocrazia cinese.
- Prendo una fregatura quando compro una SIM card cinese, niente di grave comunque, visto che la ragazza che me la vende è molto gentile. Anche la gentilezza può avere il suo prezzo da queste parti.
- Ancora raggi X per i bagagli all'entrata della stazione di Shenzhen. Ma siamo già a conoscenza del loro amore per i raggi X.
- Nel treno viene formato un comitato per l'assegnazione dei numeri dei posti. Il fatto che i numeri fossero già riportati sui biglietti non sembra avere una grande importanza in questa fase.
- Anche se a ognuno è già stato assegnato un posto (alle biglietterie prima e dal comitato dei passeggeri poi) la gente continua a stare in piedi, agitarsi e gridare per tutta la durata del viaggio.
- Un labirinto di ringhiere è stato allestito nel piazzale della stazione di Guangzhou: bisogna camminare per circa un chilometro prima di raggiungere un hotel che si trova a duecento metri di distanza.
- Il personale alla reception dell'hotel è piuttosto scorbutico: anche se pago la stanza in contanti ho l'impressione che mi si stia facendo un favore.
- L'entrata della metro più vicina all'hotel è chiusa e le macchinette che distribuiscono i biglietti sono fuori servizio.
- L'hotel è stato rinnovato di recente (e i prezzi sono quadruplicati dall'ultima volta che ci sono stato) ma qua e là si possono notare delle tracce della vecchia struttura: il legno della porta del bagno è marcio, c'è una vecchia macchia sulla parete vicino a un mobile, un graffio d'annata sul battiscopa...
- I social network e i blog sono censurati. A dire il vero non riesco a usare Blogger ma riesco ad accedere a Wordpress, anche se un dottorando italiano attualmente a Pechino mi dice che lui da lì non può: la censura cinese è una materia complessa...
- Gli scorbutici dipendenti dell'hotel riescono a diventare ancor più scorbutici quando chiedo se posso avere una cartina della città. Ovviamente, oltre a essere trattato come un mendicante, non riesco a procurarmene una.
- Fuori dalla metro e dentro la notte sono improvvisamente raggiunto da una zaffata terribile...potrebbero essere rifiuti, forse liquido di scolo o anche escrementi, ma dopo alcuni secondi mi ricordo quell'odore: è tofu puzzolente, cibo sorprendentemente commestibile!
- Il personale dell'hotel alza la magnitudo della propria scontrosità fino al livello tre quando chiedo dov'è lo sportello bancomat più vicino...la risposta è: "Nel piazzale!" Sfortunatamente il piazzale della stazione di Guangzhou è uno degli esempi di architettura urbana più complessi al mondo...è come se mi avessero risposto: "Da qualche parte là fuori, non troppo lontano e non troppo vicino..."
- Quegli sportelli bancomat possono esserti utili con una miriade di funzioni e servizi, tranne distribuire contante, ovviamente.
- Un gruppo di ragazze aspetta la metro sull'area riservata ai passeggeri che scendono. Non hanno tutti i torti però, dal momento che riescono a salire a bordo prima dei passeggeri che attendevano sull'area riservata all'ingresso.
- Vicino alla stazione ferroviaria di Guangzhou est c'è un ponte pedonale: è chiuso. Peccato che uno se ne accorga quando ormai è in cima, dopo aver scalato qualche decina si scalini.
- Un riccone a bordo di una bella macchina straniera entra in una zona pedonale e comincia a suonare il clacson affinché la gente si tolga dai piedi. Il più grosso ha la precedenza: lo sanno tutti...in Cina, si intende.

martedì 27 luglio 2010

Ci sono riusciti - Guangzhou, Cina

Aeroporto di Guangzhou, di Fabio
È una di quelle notti in cui ti lasci trasportare dal profumo del vento, dagli incontri, da quel che la vita ti mette a disposizione, non per l'anno prossimo o per domani, ma sul momento, su quel marciapiedi, molte ore prima che il giorno arrivi a farti razionalizzare tutto. E la cosa, almeno per me, riesce meglio quando sto all'estero, preferibilmente in un luogo in cui non conosco nessuno, non ho alcun aggancio, alcuna boa a cui aggrapparmi quando la corrente mi trascina alla deriva. Se poi gli eventi si snodano in Asia, o meglio ancora in Cina, dove nemmeno gli appigli culturali ti danno una mano, il tutto è ancora più rischioso, succulento ed eccitante. 
Il posto giusto, almeno per questa notte, è Guangzhou, una città dove la maggior parte degli stranieri sbarca attratta da quel colosso sproporzionato che qui chiamano fiera. Per cercare fortuna, fare soldi, spremere una delle tette meridionali di questa mucca, la Cina, che sembra crescere in maniera incontrollata, vittima di qualche cellula impazzita. E dove io, non per fare l'originale ma per naturale matrice cialtrona, sono arrivato per caso, proveniente da Hong Kong e diretto a Kunming, una località del sud ovest dalla cui tranquillità mi lascio cullare da ormai più di un anno.

venerdì 25 maggio 2007

Guangzhou - Cina, 25 maggio 2007

Il posto che preferisco per trascorrere i pomeriggi a Guangzhou, in compagnia di un libro o del computer, è senza dubbio Shamian. Un isolotto a ridosso della sponda settentrionale del fiume delle perle. E’ come l’estensione di un’ampia ansa. Mi ricorda un po’ Gulang yu a Xiamen. Entrambe sono delle isole. Entrambe hanno un’atmosfera rilassata e coloniale. Soltanto biciclette e pedoni percorrono le deliziose stradine alberate. Ai lati bei ristoranti e caffè. E numerosi edifici antichi che hanno ospitato in passato consolati stranieri o sedi di banche e grandi corporation occidentali.
A Shamian oltre ai turisti che passeggiano e ai residenti che fanno jogging si incontrano in questo periodo numerose coppie di stranieri che spingono passeggini sui quali stanno seduti tranquilli, e spesso un po’ confusi, bambini e bambine cinesi.
Ho pensato subito a dei casi di adozione.
Il mio sospetto viene confermato quando una delle ragazze che lavorano nei negozi di souvenir mi ferma una sera per fare quattro chiacchiere. Non cerca nemmeno di vendermi qualcosa. In un ottimo inglese mi spiega che il negozio chiuderà a breve, e che non ha più voglia di lavorare. Aspetta soltanto l’orario di chiusura e si annoia un po’. Le chiedo come mai ci sono in giro tanti stranieri con bambini cinesi. Mi risponde che le pratiche di adozione dei bambini, provenienti da svariate province del paese, vengono tutte sbrigate qui a Guangzhou.
L’ufficio competente si occupa di un gruppo di famiglie per volta. Le invita tutte assieme e le fa alloggiare nello stesso hotel il tempo necessario per incontrare i bimbi e per portare a termine l’iter burocratico.
Le coppie che attualmente scorrazzano per le stradine di Shamian con i bambini da adottare alloggiano appunto tutte in un hotel dell’isola. I bimbi sembrano sempre tranquilli, non parlano l’inglese e i genitori adottivi hanno imparato qualche semplice frase in cinese per comunicare con loro.
Li ho osservati spesso mentre, in un mandarino un po’ stentato, li invitano a scendere dal passeggino e camminare, o domandano loro se hanno fame.
Dico alla ragazza che sto andando al Seven/Eleven a comprarmi qualcosa da bere. Lei mi saluta. Poi, quando ho già percorso una decina di metri, mi chiama. Mi giro, e lei sorridendo mi chiede di comprarle un gelato.
“Un gelato?”.
“Sì, alla vaniglia!”.
Forse non voleva soltanto chiacchierare. Ma un cornetto alla vaniglia non è un prezzo elevato per la curiosità che mi ha tolto.
Cornetto “Walls”: la multinazionale che si è comprata l’azienda italiana ha aggiunto il suo marchio ma saggiamente ha deciso di non cambiare il nome al famoso gelato.



mercoledì 23 maggio 2007

Guangzhou - Cina, 23 maggio 2007

Anche voi, come me, vi sorprendete spesso ad osservare a lungo alcune giovani donne? Quel tipo relativamente nuovo, al passo con i tempi.
Già, perché succede qui in Cina, a Bangkok, a Singapore. Ma mi risulta che la stessa scena la si possa osservare anche a Roma o a Londra.
Catturano il vostro sguardo quando escono dall’ufficio, e lo portano a spasso camminando affrettate e stanche verso la fermata della metropolitana, o verso il parcheggio.
Hanno un computer portatile che tengono in una borsa nera e sottile. Non la portano mai a tracolla. Stringono la maniglia con il pugno sciolto. Con il braccio sinistro teso e il gomito piegato verso l’interno. Il collo è inclinato nella direzione opposta, per fare da contrappeso, con i capelli ondulati che nascondono uno spicchio di volto. Spesso il telefonino è appoggiato all’orecchio destro, e vi discutono dentro i piani per la cena o il fine settimana.
I pantaloni o la gonna del teilleur lasciano trasparire le belle forme che seguono delle traiettorie vagamente rotonde al ritmo del passo svelto.
E voi le seguite facendo finta di niente, scordando le vostre tattiche un po’ subdole ipnotizzati dal ticchettio dei loro tacchetti.
Vorrei fare lo snob, l’anticonformista, il conservatore. Vorrei dichiarare la mia preferenza ed esaltare la bellezza delle ragazze semplici e meno moderne. Vorrei ma non ci riesco.
Il fascino che le donne esercitano su di me, al contrario di molti altri miei istinti, è flessibile, si adatta al cambiamento, corre al passo con i tempi e la globalizzazione. Va a braccetto o addirittura precorre le nuove tendenze.
Mi piacciono anche così. Moderne e accessoriate. Civette e proiettate verso il futuro, che forse immaginano diverso da quel che alla fine sarà.