Siamo nei pressi di Junction 1, un incrocio importante di Puerto Princesa, nell'isola di Palawan. Ci sono delle specie di capanne di legno vicino alla strada, a fianco di un bar, e un crocchio di persone sotto una di esse. Ci avviciniamo, facendoci spazio lentamente, mantenendo un basso profilo. Quando siamo abbastanza vicini capiamo di cosa si tratta. E' una specie di roulette un po' artigianale: sembra quasi un baraccone da sagra ma si tratta in realtà di un settore di un casinò di campagna. E le altre capanne sono i banchi per gli altri giochi, che sono chiusi al momento: la gente infatti sta tutta accalcata qui.
Il croupier ha un mazzo di banconote ordinate per valore in mano, sembra il bigliettaio di una corriera popolare laotiana. Ci sono delle specie di fiches in una cesta accanto a lui, ma tutti i giocatori sembrano utilizzare le banconote. Quella che nella roulette è una ruota girevole qui è una matrice fissa di quadrati colorati, ognuno di una tinta diversa e con una scanalatura tonda al centro. I bordi del banco sono coperti con piastrelle di colori diversi, corrispondenti a quelli dei quadrati. C'è una recinzione a circa mezzo metro dalla struttura: i giocatori ci stanno appoggiati e fanno le loro puntate gettando delle banconote sulle piastrelle colorate.
Qui non troverete le pagine di un diario di viaggio, né elogi a luoghi fantastici o cronache di memorabili incontri. Questa è una raccolta di storie, pensieri, immagini. Ma soprattutto di stranezze, che per altri magari sono normalità. Perché per osservarle, queste bizzarrie, sono necessari filtri speciali: stramberia, cinismo, pignoleria, testardaggine, isolamento, impudenza, curiosaggine, nerdismo. Difetti che modestamente, in varia misura, questo individuo seminomade possiede un po' tutti.
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giovedì 28 febbraio 2013
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