martedì 13 gennaio 2015

Je suis qua, je suis là: una colossale esibizione di vacuità e narcisismo

Ci ho provato seriamente per qualche giorno. A capire quale fosse la strategia, l'idea di fondo, il messaggio forte dietro alle manifestazioni dei giorni scorsi. Deluso ma non sorpreso mi sono accorto di aver trovato il vuoto.
Milioni di individui, aizzati dai media, da qualche politico e dalla loro stessa vanità, hanno fatto finta di farsi coraggio e hanno marciato lungo le vie di una città blindata, protetti da migliaia di poliziotti, militari e agenti segreti, da elicotteri, batterie contraeree e persino cecchini, tutti assieme, bianchi, neri, musulmani e cristiani, tenendo i piedi in dieci staffe, per ribadire, tra la retorica e l'ipocrisia di qualche slogan ad effetto, la loro ferma volontà di opporsi al terrorismo e agli attacchi alla libertà di stampa, rivolgendosi non si sa bene a chi e senza spiegare come, per poi tornare a farsi i cazzi loro come hanno sempre fatto, anche dopo gli attacchi alle torri di New York, alla metro di Madrid e a quella di Londra. Incolonnati dietro a una manciata di capi di governo che, cadendo dalle nuvole per questi attentati a sorpresa, dichiaravano di essere pronti a prendere questo o quel provvedimento, per poi tornarsene, assieme a chi li seguiva nella processione, a farsi i cazzi loro, come hanno sempre fatto. 
Una colossale esibizione di vacua mediocrità e squallido narcisismo, utilizzata da molti per apparire in TV con il cartello più sagace, farsi un paio di selfie, dire c'ero anch'io e sentirsi in pace con se stessi per essere riusciti ancora una volta a non uscire dal gregge.