Avevo deciso di arrivarci da solo: se uno deve fare la pazzia, pensavo, tanto vale farla in grande stile. Pazzia poi per modo di dire. A livello personale forse, perché io non sono proprio un patito di trekking in montagna, anzi sono un animale piuttosto cittadino: mi piacciono le scampagnate ma solo quando non durano troppo, e avventurarmi in un percorso himalayano che ci vorranno circa dieci giorni per completarlo, beh, un po' una pazzia per me lo è. In generale però si tratta di un'esperienza sicura. Il sentiero che da Pokhara conduce al campo base dell'Annapurna (ABC dalle iniziali del nome in inglese) è molto popolare e battuto, è formato per grandi tratti da scalini di pietra, è puntellato da villaggi a intervalli regolari di non più di due ore di cammino e se uno ha dei problemi con l'altitudine o di altro tipo può sempre girarsi e scendere al centro più vicino.
Qui non troverete le pagine di un diario di viaggio, né elogi a luoghi fantastici o cronache di memorabili incontri. Questa è una raccolta di storie, pensieri, immagini. Ma soprattutto di stranezze, che per altri magari sono normalità. Perché per osservarle, queste bizzarrie, sono necessari filtri speciali: stramberia, cinismo, pignoleria, testardaggine, isolamento, impudenza, curiosaggine, nerdismo. Difetti che modestamente, in varia misura, questo individuo seminomade possiede un po' tutti.
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martedì 7 agosto 2012
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