lunedì 21 gennaio 2013

I bambini della slum dietro la stazione di Rangoon (Yangon), con galleria fotografica - Birmania

Bacio tra padre e figlio alla stazione centrale di Rangoon
La maggior parte dei monumenti e musei a pagamento non ci interessa: le tariffe d'ingresso sono spropositate e non si sa in tasca di chi vadano e per cosa vengano utilizzate. E poi per un occidentale non esperto in arte buddhista le pagode tendono a diventare tutte uguali. Ogni giorno in tarda mattinata usciamo, macchine fotografiche in mano, pranziamo e poi passeggiamo, con una vaga idea in testa per la prima mezzora, poi completamente a caso. Ci imbattiamo in angoli, scene, persone, palazzi curiosi, e i pomeriggi passano veloci. 
Dalla stazione imbocchiamo un vicolo, passiamo un cumulo di spazzatura dove banchettano due cani spelacchiati, procediamo tra due file di ristoranti, barbieri, tabaccai e teahouse di legno, strutture sempre più malmesse, giriamo a destra, attraversiamo un ponticello su un canaletto la cui acqua radioattiva scorre attorno a degli isolotti di rifiuti ed entriamo in una slum, o baraccopoli, bidonville, favela.
Gli adulti ci osservano curiosi, alcuni sorridono, altri no. I bambini si avvicinano con timidi passetti e poi, quando mostriamo loro le foto che abbiamo scattato, ci assalgono, si offrono per altre pose, portano degli amici o i fratellini piccoli per un servizio personalizzato, ci strattonano per vedersi nelle immagini e prendersi in giro. Hanno i vestiti sporchi e i capelli infestati, io che soffro di numerose dermatiti immaginarie sento già prurito, ma me lo fanno dimenticare in fretta. Cadono sulla terra battuta, le loro ciabatte scivolano sui canali di scolo, si impolverano, si imbrattano e ridono, imbarazzati o divertiti, chi lo sa. Qualcuno ci apre anche il cancello che dà sui binari, dove la gente bivacca e passeggia tra i treni che stanno fermi o procedono a passo d'uomo. C'è persino un pastore con tre capre. 
Ecco un po' di foto (sono state scattate con una macchina point&shoot e di fotografia ci capisco poco, ma credo che quel che conta siano i soggetti):

Avvolto in un sacco nel vicolo fetido

Non riuscirai a fotografarci, turista maledetto!

Il novizio

Gruppetto

Tiè, beccati anche il mio fratellino

Vittoria

Sconfitta

Equilibrio instabile

Altro gruppetto

Linguaccia

Fammi un po' vedere che c'hai lì?

Questo è davvero forte, ve lo ripropongo

Altre foto della slum e dintorni


Seduti a chiacchierare...in strada

Negozietto con sedia sul tetto

Altro squallido negozio, con tizio che saluta

Un rocker birmano passeggia tra i treni

Pastore e capre sui binari

Binari al tramonto

Famiglia tra i binari

Ladyboy birmano

Carretto-barchetta di un venditore ambulante

Hmmm buona la spazzatura

Il canale radioattivo

Doccia

Bucato

Tipica abitazione della slum

6 commenti:

Luca Tonello ha detto...

belle foto! ma lo sconfitto deve sempre avere la maglia neroazzura ;-) vecchi ricordi!!!

Fabio ha detto...

Grazie Luca!
Non me n'ero accorto...ma dev'essere la maglia di una squadra inglese.

Anonimo ha detto...

Foto molto interessanti e una vita mooolto diversa dalla nostra, con i suoi pro e i suoi contro...

Fabio ha detto...

Senza dubbio, vecchio mio...

dottornomade ha detto...

Sono stato scimmiato immediatamente dalle foto.

Fabio ha detto...

Dottornomade: scimmiare è un verbo molto suggestivo che devo approfondire hehe