giovedì 19 agosto 2010

Il passato continua a bussare

Neuroni, di Hljod.Huskona (CC)
Da quando tengo questo blog - ma già dai tempi in cui aggiornavo un vecchio sito in Geocities - l'intenzione è sempre stata quella di cercare di fissare nero su bianco qualcosa che mi ha colpito, un particolare che ho osservato, un personaggio originale, un profumo squisito o un odore da voltastomaco, ma anche solo un pensiero, una fantasia, un'impressione. Normalmente giro, osservo, fantastico, poi qualcosa raggiunge il mio radar e butto giù un appunto. Più tardi, una volta davanti al PC, ne tiro fuori un post. Ultimamente però vengo perseguitato da episodi del passato, più o meno remoto, che non ho catturato nemmeno in un fazzoletto di carta. E mi ritrovo a scrivere della mia vita in Cina, in Laos o a Singapore. Fortunatamente il ricordo è spesso ancora vivido. O a volte magari faccio un miscuglio di realtà e immaginazione talmente realistico che inganno pure me stesso. 
Ma questo è secondario. La domanda che mi stuzzica è un'altra: tutto ciò è casuale? Qualche strano trucco del cervello? Flussi mnemonici intrappolati in quei canaloni di materia grigia che come orbite di corpi celesti si incrociano ora e poi chissà, di nuovo tra cent'anni, due ere glaciali o mai più? O questo passato che mette la testa fuori dal buio del dimenticatoio ha un senso? Queste immagini, aneddoti, personaggi di anni fa che credevo perduti tornano ora a bussare alla porta della memoria per comunicarmi qualcosa, un significato generale, al di là di quello dei singoli racconti? La risposta me la potrebbe dare un analista, ma non ho né i soldi né la voglia per andarglielo a chiedere.
E poi chi lo sa? La spiegazione alla fine forse è più semplice. In fondo io col passato ho un rapporto speciale: sono da sempre un nostalgico cromosomico. Ve l'ho già detto qui e più recentemente anche qui
E allora sotto col prossimo post dal passato.

6 commenti:

ParkaDude ha detto...

Un analista potrebbe darti una risposta, certo, ma senza nessuna garanzia sulla sua certezza! :)

Buon (non) lavoro!p

Fabio ha detto...

In effetti non ci ho mai provato, sono diffidente e ovviamente spero di non averne mai bisogno.
Come facevi a sapere che non stavo lavorando in questo periodo? :)
Mi auguro che ti sia passata la febbre!

Enzo ha detto...

Bellissimo articolo, come sempre...Il mio blog parte dall'interno, riesco ( credo meglio di un analista ) a guardarmi dentro e non ho tabù o limiti di sorta nel parlarne. Ma mi accorgo che spesso il passato torna protagonista dei miei scritti, e mi chiedo che rapporto io abbia con lui. Passati i 40 forse la materia è vasta, quindi mi piace andare a riprendere momenti di vita vissuta. Vorrei, non tanto liberarmi quanto tenere distanze più decise con il passato. Vorrebbe dire che il mio presente ha qualcosa da dire...

Fabio ha detto...

Enzo: grazie!
Secondo me si può lasciare che i pensieri prendano il corso che vogliono, a meno che non si caccino nei guai. Se ultimamente la tendenza è quella di rivangare il passato, beh rivanghiamolo, che male c'è? Quando la coscienza sarà sazia di storie vecchie avrà più voglia di concentrarsi sul presente.

Anonimo ha detto...

Io tendo a pensare troppo al passato quando ho quanche problema con il presente...oppure quando tutto sta diventando troppo noioso e senza sbocchi.

Luca

Fabio ha detto...

Luca: in effetti ha senso.
Ma non so se la spiegazione si adatti al mio caso.
Per la natura stessa del mio stile di vita io ho spesso delle preoccupazioni e qualche problema col presente. Ma non posso proprio dire di essere annoiato...