mercoledì 18 novembre 2009

La valvola di sfogo, violenza thailandese - Bangkok, Thailandia

Dal tavolo accanto arrivano suoni familiari. Mi eclisso, origlio, non mi sbagliavo: i due ragazzi si rivolgono alle ragazze in inglese, ma tra loro usano l'italiano e...il dialetto veneto! Farciscono le battute con bestemmie e oscenità e più di qualche volta offendono i clienti.

C'è molta confusione e non ho intuito se alcuni dei commenti erano diretti a noi. Per evitare malintesi scherzo in italiano. Uno dei due mi guarda inebetito e all'inizio ho l'impressione che non abbia capito. Poi però reagisce e comincia a parlarmi, ma è ubriaco fradicio e si mangia le parole. Tra un singhiozzo e un'eresia metto assieme il puzzle: è convinto che non essendo veneto io non possa intendere le sfumature culturali della loro conversazione. Per dimostrare che si sbaglia gli parlo in dialetto. Gli ci vuole un po' per realizzare ma quando lo fa mi guarda stupito, poi si alza in piedi, mi stringe la mano, mi fa i complimenti e mi allunga un bicchiere. 
L'eccitazione sfuma e mi siedo composto. Dopo alcuni minuti li avrò già dimenticati. Mentre chiacchieriamo vicino all'entrata scoppia un trambusto e all'interno del locale tutti si voltano a guardare. I camerieri maschi sono accalcati sull'uscio e circondano i due veronesi che non smettono di urlare. Poi un thailandese tira un cazzotto in faccia a uno dei due ragazzi. Entro due secondi i due turisti sono a terra, mentre una nuvola di camerieri li prende a calci e pugni. Uno si libera e fugge, quasi non lo vedo. Quando gli animi si calmano l'altro è ancora giù, poi si alza lentamente, ha la faccia insanguinata, si poggia una mano sul naso e barcollando se ne va. 

Benché la scena sia tipica non smette mai di sconvolgermi. Pur dando per scontato che gli italiani hanno sbagliato, che magari se lo siano pure meritato, mi chiedo cosa fa scattare in certi thailandesi, votati al buddhismo e alla dottrina del non importa, la molla della rabbia e della violenza illimitata. Il fatto che la boxe sia lo sport nazionale? Il saper resistere in silenzio fino ad un punto di rottura? Oppure ogni società ha la sua valvola di sfogo, e se per noi è la polemica, la politica o il calcio, per alcuni di loro è la rissa sanguinosa?

(Foto di Siren, da wikipedia.org)

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