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venerdì 9 dicembre 2011

Da solo contro l'onda - Saigon, Vietnam

Del traffico di Saigon, dei fiumi di motorini, delle precauzioni da prendere quando si attraversa la strada abbiamo già parlato qui.
Oggi mentre passeggiavo in centro mi sono accorto però che c'è un aspetto di questo traffico, una sua dinamica, una circostanza specifica da trattare a parte. E' la partenza dei motorini allo scattare del verde.
Spesso gli incroci di Saigon sono dotati soltanto di semafori per veicoli: quelli per i pedoni, normalmente sistemati alle estremità delle strisce pedonali, non ci sono. Tu stai percorrendo un marciapiedi, arrivi all'incrocio, vedi la solita legione di motorette schierate dietro la linea bianca, intuisci che hanno il rosso (anche se non lo vedi) e ti affretti ad attraversare.
...tanto anche se scatta il verde aspetteranno che io sia arrivato dall'altra parte...
Questa è una conclusione azzardata che ti può costare molto cara. Rileggi queste ultime due righe tre volte prima di proseguire.
Sei ancora al centro della prima corsia e i segnali che capti non sono rassicuranti: i motori vengono scaldati con delle brevi accelerazioni, alcune ruote avanzano improvvisamente di alcuni centimetri per poi fermarsi bruscamente. Pensi a dei cavalli da corsa che scalpitano sulla linea della partenza...e non provi la stessa emozione che provavi da ragazzino, all'ippodromo, seduto accanto a tuo padre col gelato e i biglietti delle puntate in mano. Ti affretti ma sei ancora in alto mare. A un certo punto partono tutti: ti senti un fantasma, un'anima dotata di un corpo invisibile ma non è la sensazione che immaginavi di provare quando in passato hai desiderato avere questi super-poteri. E' come un'onda. Nessuno sembra vederti, eppure sei lì, lampante: l'unico pedone, occidentale, atterrito, in mezzo alla strada. Di che altro hanno bisogno per notarti?
In realtà non lo fanno apposta, per arroganza o sadismo. Seguono un automatismo, lo fanno decine di volte al giorno, tutti i giorni. Un vietnamita non si sarebbe comportato come te: sei tu l'inconcepibile eccezione, non loro.
Ovviamente all'ultimo istante faranno di tutto per evitare l'impatto: rallenteranno, sbanderanno, magari arriveranno persino a fare l'impensabile - fermarsi. Questo, unito al tuo scatto da gazzella, dovrebbe aiutarti a portare a casa la pellaccia anche stasera. 
Ma non ci contare troppo: anche se per ora ti è andata bene, la prossima volta, prima di attraversare, dai un'occhiata di sbieco al semaforo principale. Se è giallo, attendi, hai ancora tanta vita davanti a te.

martedì 6 dicembre 2011

Come un Vietcong - Saigon, Vietnam

Un tizio entra in una buca scavata in mezzo alla strada per riparare delle tubature. C'è una perdita e l'acqua gli arriva già al collo. A pensarci bene ci troviamo nelle vicinanze del mercato Ben Thanh, nel pieno centro di Ho Chi Minh City che una quarantina d'anni fa si chiamava Saigon (ancora oggi a dire il vero, almeno informalmente): a quel tempo ai suoi antenati poteva capitare di trovarsi in una situazione simile quasi tutti i giorni, immersi nelle risaie inondate mentre combattevano i GI americani. Una qualche lontana forma di eredità insomma: ecco forse perché sembra essere così a suo agio, sigaretta in bocca, mento puntato verso l'alto, mentre lavora sul quel tubo e chiacchiera con i colleghi, lanciando occhiate distratte in direzione dei passanti.

mercoledì 23 novembre 2011

Traffico complesso - Saigon, Vietnam

Motorini a Saigon
Il traffico motociclistico vietnamita è un affare piuttosto complesso. Quando devi affrontarlo per attraversare un incrocio da principio ti può sembrare che quella in cui ti stai per imbarcare sia un'impresa impossibile. Poi metti assieme tutte le virtù utili al caso che possiedi: intuito, prontezza di riflessi, esperienza passata in situazioni simili. E anche una dose massiccia di follia. Quindi fai il primo passo. Ogni mossa dev'essere calibrata accuratamente: non puoi permetterti alcun errore grossolano, pena l'investimento immediato; per quelli di lieve entità invece ci puoi mettere una pezza con un colpo di reni o un numero da equilibrista. Ogni avanzamento dev'essere accuratamente pianificato e dimensionato in quanto a tempismo, velocità e lunghezza massima. Al momento giusto è infatti necessario non farsi tentare dall'ingordigia, accontentarsi dello spazio guadagnato, fermarsi (anche in mezzo alla carreggiata) e concentrarsi immediatamente sul prossimo tentativo, un po' come in una partita di football americano.
Il pedone che si immerge in un tipico flusso continuo di motorini a Saigon deve muoversi in maniera decisa, inserendosi al meglio tra la scia di chi è appena passato e la traiettoria di chi sta arrivando, guardando l'avversario dritto negli occhi. I motociclisti devono infatti capire al volo le intenzioni di chi attraversa. Ogni avanzata va eseguita lestamente ma senza scatti improvvisi, che confonderebbero inevitabilmente chi invece deve poter decidere senza esitazione se passarci davanti o dietro. 
Ma i pedoni in fin dei conti sono soltanto una parte del problema: la serie ininterrotta di zig-zag, frenate brusche e spostamenti laterali improvvisi rendono molto probabili gli impatti tra le stesse moto.
La prima sera a Saigon, dopo dieci anni dall'ultima visita, durante la camminata esplorativa che utilizzo sempre per prendere confidenza con una città, quando ho già assistito al solito patetico battibecco con insulti e schiaffi a vuoto tra un turista anglofono e un venditore locale di magliette false mi imbatto finalmente nella scena che dal primo passo fuori dall'aeroporto uno continua a chiedersi come mai non gli sia ancora capitato di osservare. Ci sono due motorini rovesciati al centro della carreggiata mentre un crocchio di persone circonda un povero cristo che sta seduto sull'asfalto reggendosi la testa. Tra le gambe una pozzanghera di sangue. Per fortuna si capisce subito che si tratta soltanto di un'escoriazione tra sopracciglio e tempia, niente di grave. Gli astanti si danno da fare con gesti di solidarietà tanto pronti quanto sensati. Evidentemente qui tutti sono abituati a questo genere di interventi. Senza panico e confusione, seguendo una sequenza sorprendentemente appropriata individui diversi portano allo sventurato delle salviette, acqua e infine dei cerotti. Il poveretto cambia gradualmente umore: da spaesato e disperato diventa lucido e calmo. Quando qualcuno azzarda una battuta si mette persino a ridere con gli altri. Il tizio che lo ha messo a terra gli offre una sigaretta: lui la accetta e la risata collettiva che ne segue segna il finale del piccolo dramma. Il ferito si rialza, mette in moto e se ne va mentre tutti ancora sorridono: nessuno si è lamentato, ha accertato i danni o cercato un risarcimento.
Un dramma minore tipico del posto, che il traffico di Saigon - come i vecchi AK che giacciono arrugginiti e impolverati nei musei della guerra contro gli americani - spara a ripetizione ogni giorno sui suoi abitanti.

Un paio di video che ho registrato a Saigon.

1. Traffico caotico a un incrocio


2. Traffico pesante al crepuscolo