venerdì 12 gennaio 2007

Kunming - Cina, 12 gennaio 2007

Sono al caffè dell’istituto di lingua cinese per stranieri dell’Università Normale dello Yunnan.
Ci vengo spesso, è un posto accogliente, con musica tranquilla a basso volume che non ti disturba quando leggi o studi.
C’è anche un’area appartata arredata in stile tradizionale cinese in cui si entra a piedi scalzi e in cui ci si può anche godere una cerimonia del tè con tanto di pianale in legno intarsiato, vasellame in porcellana e tutti gli strumenti necessari alle operazioni di rito.
Io mi accomodo nella sala moderna. E’ pomeriggio inoltrato, quasi sera, e soltanto pochi tavoli sono occupati.
I soliti gruppi di studenti thailandesi e vietnamiti. Io sto da solo ad un tavolo.
E a fianco a me, vicino alla finestra, quello studente israeliano con la fidanzata cinese, quella che insegna proprio in questa università.

Più tardi la incontro all’esterno dell’edificio.
Cominciamo a chiacchierare. Si ricorda che sono italiano e mi racconta un paio di aneddoti, uno dei quali è abbastanza interessante.
Dopo la solita storia a proposito degli spaghetti, importati dalla Cina da Marco Polo, mi da anche una versione originale della nascita della formula “Cin Cin”, che utilizziamo nel sud Europa per brindare.
Anche questa, secondo questa teoria, sarebbe di origine cinese.
I cinesi per invitare qualcuno a bere, dicono “Qing Qing”, che significa “prego, prego” e che, trascritto in italiano, suona pressapoco come “Cin Cin”.
Non so se questa storia sia vera, è la prima volta che la sento. Ma è realistica.
Certo più dell’aneddoto seguente. A proposito del termine “Casinò”.
Gli abitanti della provincia cinese dello Sichuan amano il gioco d’azzardo. Lo praticano anche all’estero, in tutte le mete della loro diaspora. E ogni volta che cominciano, per fare un esempio, una mano di poker, gridano “Kai shi, kai shi” che significa appunto “Cominciamo”. Da qui il nome “Casino”.
Bah...non mi convince per niente.



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