lunedì 13 giugno 2011

Lettera a un ladro - Kuala Lumpur, Malesia

Foto di walkinginspace pt2 (CC)
Caro ladro,
ladro sconosciuto. Mi riferisco alla professione, non all'insulto, chiaramente. Nonostante la scoperta di essere stati derubati di sessanta euro possa spingere ad abbandonarsi al piacere orgasmico che solo gli insulti sanno infondere - insulti scagliati all'indirizzo di un bersaglio sconosciuto e per questo facile da colpire senza complicazioni di coscienza - se uno ci pensa più attentamente si accorgerà che non ne vale la pena. 
In passato sono già stato vaccinato contro la rabbia e lo shock indotti dai furti. Mi sono state rubate molte cose: denaro in valute varie, traveler's cheque, i dati della carta di credito, macchine fotografiche, un'auto (non mia), biciclette, telefoni cellulari. Puoi chiamarmi ingenuo, sbadato, vulnerabile. Magari hai ragione, io però dico che sono semplicemente uno che si espone al rischio. E' il modo in cui vivo la mia vita, una sorta di comandamento istintivo: non rinunciare a una curiosità, un'emozione, un'esperienza, un piacere solo perché potrebbe succedere qualcosa.  E se adotti questo approccio troppo spesso, o quasi sempre, prima o poi qualcosa succederà davvero.
Non sono ricco e non posso permettermi di perdere una somma del genere un giorno sì e uno no liquidando il fatto con una risata. Ma non sono nemmeno povero e mi riprenderò, anzi l'ho già fatto. Penserò a qualcosa dello stesso valore a cui dovrò rinunciare, ma sarà solo per finta, dal momento che non conduco una vita lussuosa e non c'è nulla di cui ho bisogno di fare a meno.
Ma tu, oh sì, proprio tu, hai fatto davvero una mossa sconsiderata. Decisamente abile, non c'è che dire, visto che sei riuscito a infilare due dita nella mia tasca, sfilare tutte le banconote da dieci e cinquanta ringgit che c'erano dentro, lasciandomi quelle di taglio più basso - come se volessi sfoggiare la tua maestria e sbeffeggiarmi allo stesso tempo - il tutto senza che io mi accorgessi di nulla. Certo, la folla che mi stava accalcata addosso in quel locale ha reso l'operazione più facile, ma si è trattato comunque di un notevole gioco di prestigio. 
Quanto sconsiderato tuttavia, come dicevo poco fa, visto che il karma negativo che ti sei tirato addosso ti inseguirà fino a che non ti avrà fatto pagare il conto. E avendo tu rubato sessanta euro si tratterà di sessanta cose qualsiasi che ti possono essere sottratte o affibbiate: giorni di vita - o forse mesi? - delusioni, momenti di tristezza, pene d'amore...chi lo sa, il karma è inevitabile, il suo esito scontato, ma le sue vie sono imprevedibili.
Come dici? Non sei né buddhista né indù e quindi le faccende di karma non ti riguardano? Oh ma non funziona mica così: il karma potrà non interessare a te ma tu di sicuro interessi al karma. Guarda me per esempio, nemmeno io sono un fedele di quelle religioni eppure proprio in un posto così, dove normalmente non mi si fila quasi nessuno, questa bella ragazza, alta ed elegante si sta avvicinando per consolarmi, e mi sorride, e aspetta che le dica qualcosa, qualcosa che, ovviamente, io non dico, perché spesso mi comporto così, perdo delle occasioni convinto che comunque ce ne saranno altre, anche se non c'è alcuna prova che puntelli questa labile convinzione se non il fatto che alla fine c'è sempre stata un'altra opportunità, fino ad ora, almeno, ce n'è sempre stata un'altra. 
E infatti guarda quest'altra ragazza, certo non sarà alta come l'altra - che uno sciocco amico geloso dopo essersi accorto delle sue mosse sta trascinando via - ma è graziosa, carina e minuta. Sta chiacchierando con quel giovane olandese che ho conosciuto poco fa ma appena mi vede si blocca, sta dicendo qualcosa, le leggo il labiale e sta dicendo ti conosco, ma io non l'ho mai vista prima e faccio un passo indietro e mi nascondo dietro una colonna perché oltre a essere incline a lasciarmi sfuggire le botte di fortuna sono anche succube di questo genere di comportamenti infantili, e lei si muove e continua a fissarmi e quando leggo di nuovo sulle sue labbra quella frase che mi inchioda sul posto - per curiosità o timidezza o entrambe - lei sta già camminando verso di me. Mi sta proprio davanti ora e mi dice ti chiami Fabio, che in effetti è il mio nome, non un nome comune a Kuala Lumpur, tra l'altro. Ma chi è, a che luogo, persona o evento la posso associare, scorro velocemente una lista mentale incasinata ma non vi trovo nulla, non conosco molta gente in questa città e di quelli che conosco di solito ricordo i volti. Sono thailandese, mi sta dicendo adesso, e questo ha senso perché conosco più gente a Bangkok che qui ma lei non è comunque una di loro. Dice che sono italiano, altra cosa che non dovrebbe essere lei a dire a me ma io a lei visto che è la prima volta che ci incontriamo, di questo sono sicuro, e poi elenca i posti in cui mi ha visto e sono tutti posti in cui sono stato qualche volta. Alla fine deve andarsene ma mi ripiomba addosso fuori dal locale, viene a salutarmi e a dirmi ci vediamo a Bangkok. Mi lascia interdetto, avrei dovuto dirle qualcosa di spiritoso ma se n'è già andata. Per fortuna non mi ha salutato con quell'espressione che alcune thailandesi utilizzano per farti ridere anche se non mi ha mai strappato un sorriso dalle labbra, see you when you see me, una battuta davvero priva di potenza.
Beh, giovane ladro, ti sei convinto adesso? Non credi nel karma? Ma lui crede in te, e in quello che hai fatto. Faresti meglio a cominciare a pensare alle cose che possono accaderti sessanta volte, o forse duecentocinquanta, visto che in valuta locale quella è la cifra che mi hai sottratto con tanta destrezza dalla tasca. Puoi scappare, ti puoi nascondere, puoi ignorarlo, puoi scherzarci su, ma prima o poi il karma ti trova sempre.

Buona fortuna e cordiali saluti,
la tua vittima, nonché salvadanaio occasionale.
F.P.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Userò questa lettera per un farabutto che mi ha rubato 181 giorni di vita e 15000€. Grazie

Fabio ha detto...

Anonimo: mi dispiace per la brutta esperienza che ti è toccata ma mi fa piacere che la lettera ti possa risultare utile. Ora però sono curioso, che ti è successo?