mercoledì 9 febbraio 2011

Infuriato - Bangkok, Thailandia

Foto di humblenick (CC)
"Sawat-dee-krap, pai Khao-San dai mai krap?"
Il tassista annuisce e io mi siedo nel retro con una lattina ghiacciata di Leo in mano. Dal Major Cineplex al Central Mall è la solita, tranquilla corsa notturna di Bangkok, poi un'auto sbuca all'improvviso da Lat Phrao rd e ci taglia la strada. L'autista emette un suono gutturale e sbatte giù il pedale del freno. Sono sorprendentemente calmo - non so se a causa dell'effetto sedativo delle birre del sabato, per il fatalismo innato, o un po' per entrambi - mentre l'auto rallenta rapidamente, slittando appena, fino a che il nostro paraurti anteriore finisce per baciare con dolcezza quello posteriore dell'auto pirata.
Ne siamo usciti abbastanza bene - beh, io almeno - ma lo so che non è finita qui: già mi immagino lo scenario peggiore e spero che l'altro veicolo si fermi al più presto. Invano: quello se ne va a tutta birra, come se non si fosse nemmeno accorto di quel che è successo. E il mio autista, senza nemmeno una cerimonia di apertura, ha già dichiarato l'inizio del tempo dell'inseguimento.
L'alta velocità mi rende nervoso, specialmente se non conosco chi guida e questi è infuriato. Non lo dà molto a vedere ma io so che lo è. A differenza di una sua ipotetica controparte italiana - che darebbe sfogo alla sua frustrazione con una litania di carattere mistico-eretico - lui emette soltanto dei suoni monosillabici, guidando nervosamente, accelerando e sterzando a intermittenza.
A un certo punto segue il veicolo fuggitivo infilandosi in una strada che non ci condurrà sicuramente dove gli ho chiesto di portarmi, ed è in quel momento che esco dal mio stato di trance e comincio a urlare: "Fermati, fermati immediatamente!" Lo dico in thailandese, in inglese, in italiano, in cinese e in spagnolo. Alla fine lui ferma l'auto vicino al bordo della strada ma ho il sospetto che non l'abbia fatto perché i suoi antenati arrivarono nel Regno del Siam da Toledo o Madrid.
Scendo in fretta. Lui fa altrettanto, senza minimamente curarsi di me, e va direttamente a controllare i danni. Mi ha fatto passare cinque brutti minuti, me ne frego completamente di lui e quando metto gli occhi sul primo taxi libero lo fermo.
Ora che sono in salvo ripenso con più distacco a quel che è appena successo. I tassisti di Bangkok spesso non sono i proprietari delle auto che guidano: le prendono in affitto da una ditta e in casi come questo si vedono probabilmente detrarre la somma dei danni dall'incasso.
Bevo un sorso della birra che ormai è diventata calda e in silenzio gli auguro in bocca al lupo: speriamo che l'auto ne sia uscita indenne, così come abbiamo fatto noi.

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