domenica 8 gennaio 2012

L'enigma delle commissioni bancarie - Bangkok, Thailandia

I traveler's cheque non li ho quasi mai usati. Le prime volte che venivo in Thailandia mi procuravo il contante utilizzando le mie carte di credito/debito europee. Certo, le banche straniere mi mettevano in conto qualche euro di commissione, ma quelle thailandesi non si prendevano quasi nulla (20 bath, circa 50 centesimi di euro). Poi, una dopo l'altra, come vittime di un virus che avendo subito una mutazione aveva acquisito una potenza devastante, le banche locali hanno cominciato ad applicare una tariffa di 150 baht (quasi 4 euro), che raddoppiava in pratica la somma che mi veniva estorta dalla diabolica catena degli erogatori del servizio. Per lasciarmi prelevare i miei soldi. Provai la Ayudhya bank, la Siam bank, la Kasikorn bank, la Bangkok bank e molte altre: sempre la stessa commissione spropositata. Quando chiesi spiegazioni agli addetti di una filiale questi mi dissero che non ci potevano far nulla: il provvedimento era parte integrante di una nuova legge varata dal parlamento thailandese, esteso a tutte le banche del paese.
Per caso però scoprii che la la UOB - con casa madre a Singapore - continuava a imporre la vecchia commissione di 20 baht. Secondo la spiegazione che avevo ricevuto questi erano praticamente dei fuorilegge dichiarati, dei farabutti sfacciati, degli arditi pirati! Proprio per questo mi stavano simpaticissimi e continuai a usufruire del loro servizio per mesi. Purtroppo un giorno la loro immunità dalla malattia contagiosa che aveva colpito il resto del sistema bancario nazionale svanì.
Ricordo il devastante sentimento di delusione che provai quando vidi apparire la maledetta scritta sullo schermo: "Commissions: 150 baht. Continue? Yes-No" Con il dito che quasi tremava premetti "Yes", ma non utilizzai mai più uno sportello di quella banca. Se dovevo spendere 150 baht preferivo farlo con i pecoroni allineati che si erano conformati alla nuova prassi senza tentennamenti, non con chi mi aveva illuso per qualche misera settimana con l'ignobile intento di conquistare la mia fedeltà per poi pugnalarmi alle spalle in quel modo.
150 baht però erano davvero tanti, anche se cercavo di spalmarli sulle somme più alte che potessi prelevare. Un giorno tuttavia sfrecciò come un jet nel cielo dei miei pensieri quell'ammonizione, quello schiaffo morale, quella minaccia di insulti che spesso arriva a illuminarmi, tirandomi fuori dal mio naturale stato di benevola, pigra e mansueta accettazione delle condizioni al contorno: accà nisciun è fess'...se vale a Napoli può valere pure a Bangkok. Decisi quindi di forzare le barriere burocratiche locali e di aprire un conto thailandese, cosa non semplice se uno non è residente o non lavora qui in pianta stabile. Gran parte delle banche mi risposero cortesemente che non potevano accettarmi come cliente ma, come spesso accade, la pratica che per alcuni sembra un tabù, per altri è una semplice formalità. Trovai una filiale della Kasikorn bank dove per pochi spiccioli mi lasciarono aprire un conto, completo di bancomat e servizio online.
E da allora le procedure utilizzate dalle banche per applicare le commissioni agli sportelli mi sono finalmente diventate...ancora meno chiare! Mi spiegherò con degli esempi. Se prelevo da un qualsiasi sportello della mia banca a Bangkok non spendo nulla. Fin qui tutto limpido. Spesso se utilizzo il servizio di un'altra banca, sempre a Bangkok, continuo a non pagare nulla. E questo è già più misterioso: che ci guadagna quella banca in questa transazione? Se esco da Bangkok e utilizzo lo sportello di un'altra banca pago 10 baht, ragionevole e per niente caro. Il problema è che li pago anche se utilizzo la mia banca, semplicemente per essere in un'altra località. La situazione si è fatta ancora più opaca di recente quando alcuni sportelli di altre banche a Bangkok (combinazione banca/zona totalmente casuale) hanno cominciato a farmi pagare 10 o 20 baht di commissione. Non tutte ovviamente, e non la stessa commissione con la stessa banca, altrimenti sarebbe troppo facile risolvere l'enigma.
Il paradosso ha raggiunto un livello di assurdità estrema quando qui a Bangkok lo stesso sportello bancomat, nel giro di una decina di giorni, mi ha fatto pagare 10 (vabbè), 20 (ma come?!) e poi 0 (evviva!) baht, per prelevare la stessa somma.
Ricordo ancora la prima volta che venni in Thailandia, molti anni fa, e sentii degli stranieri parlare di differenze culturali. Beh, allora non potevo immaginare che si riferissero anche alle commissioni bancarie...

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