martedì 18 dicembre 2018

E' normale - Bangkok, Thailandia

Sono urla quelle che sento? C'è molta confusione in questo angolo di strada nel centro di Bangkok. Alla mia sinistra c'è un tempio buddhista e alla mia destra la stazione della polizia della zona. Sul marciapiedi si affrettano decine di thailandesi, birmani, cambogiani, cinesi, coreani, giapponesi e occidentali. Sulla strada si è formato il solito bordello di taxi, furgoni, automobili, tuk tuk, autobus e motorini. Biciclette, quelle mai, ovviamente, sarebbe da suicidio guidarne una qui: morte assicurata, per trauma cranico o tumore ai polmoni.
Ma non ci sono dubbi, sì, si tratta proprio di urla strazianti. Sembra vengano dall'alto. Sollevo lo sguardo e al secondo piano della casermetta noto un tizio che sporge la testa da una finestra e grida come se lo stessero fustigando. I thailandesi non ci fanno molto caso e la cosa non mi sorprende: probabilmente tirerebbero dritti anche se si trattasse di un'esecuzione sommaria. Sono molto pragmatici i thailandesi: il tizio sta nella stazione della polizia, che ci possono fare loro?

lunedì 26 novembre 2018

Malinteso memorabile - Bangkok, Thailandia

Passeggio distratto tra il putiferio di questa zona turistica. Ad un certo punto capto una conversazione a cui la mia attenzione si aggrappa per istinto. Tre turisti cinesi stanno negoziando con un thai una corsa in tuk tuk.
"How much?" Chiede il capo dei cinesi.
"How muuuuuchhhhh???" Ribadisce uno dei suoi amici, compensando con furia pugilistica l'inutilità della domanda.
Alla foga da potenza emergente dei negoziatori inesperti il thailandese oppone la sua calma buddista, disarmante, persino irritante.
"200 baht."
"No! No!", risponde il comandante dei cinesi.
"No! Nooo! Naaaaaaaaawwwwww!", ribadiscono i suoi amici, sporgendo i menti sopra le spalle del capo, come belve che sbavano dietro le sbarre di una gabbia.
Il thailandese li osserva senza scomporsi. Ricorda Neo di Matrix che schiva i proiettili. Quando riprende a parlare sembra quasi annoiato.
"Okay, how much you give?"
E qui arriva il colpo di scena, quello che il mio intuito aveva forse prefigurato: da una conversazione tra un tizio che parla tre acche d'inglese e tre che unendo le loro forze ne capiscono due, scaturisce un malinteso memorabile.