Che la nostra opinione pubblica sia stata manipolata per anni dalla propaganda USA è oltremodo evidente. E anche - dopo il caso degli archivi Mitrokhin grazie ai quali si scoprì l’acqua calda - che le opposizioni tradizionali in Europa fossero teleguidate dalla propaganda del Cremlino.
Molto più sorprendente è ciò che sta accadendo oggigiorno, nell’era del web, dei social e dei vari canali d’informazione aperti a tutti.
La società intera - e quindi non solo gli organi di informazione o le organizzazioni politiche - si è ormai spaccata lungo una linea di separazione che in alcuni tratti coincide con la vecchia cortina di ferro, e in altri è invece più fluida. Il grosso della popolazione reagisce in maniera pappagallesca (anzi, forse i pappagalli sono più autonomi) all’una o all’altra propaganda, senza organi fissi di riferimento ma andandosi a cercare personalmente le fonti che confermano le leggi scolpite nelle tavole che la divinità prescelta ha consegnato loro.
Qui non troverete le pagine di un diario di viaggio, né elogi a luoghi fantastici o cronache di memorabili incontri. Questa è una raccolta di storie, pensieri, immagini. Ma soprattutto di stranezze, che per altri magari sono normalità. Perché per osservarle, queste bizzarrie, sono necessari filtri speciali: stramberia, cinismo, pignoleria, testardaggine, isolamento, impudenza, curiosaggine, nerdismo. Difetti che modestamente, in varia misura, questo individuo seminomade possiede un po' tutti.
giovedì 17 luglio 2025
mercoledì 16 luglio 2025
Le due Matrix
Sì, due Matrix. Quella ufficiale e quella alternativa. Perché col divide et impera le mandrie di buoi si governano meglio.
Chi pensa davvero con la propria testa appartiene ad una esigua minoranza, a volte persino ad intermittenza, perché non è semplice tenere la barra del timone sulla rotta della chiarezza indipendente quando si è schiacciati tra i due magli di una bicefala pressa culturale che ingloba, di qua o di là, la maggioranza della popolazione.
Chi pensa davvero con la propria testa appartiene ad una esigua minoranza, a volte persino ad intermittenza, perché non è semplice tenere la barra del timone sulla rotta della chiarezza indipendente quando si è schiacciati tra i due magli di una bicefala pressa culturale che ingloba, di qua o di là, la maggioranza della popolazione.
domenica 13 luglio 2025
RIBELLIONE
La determinazione con cui la maggioranza di “matusa” si scervella per trovare falle logiche nella motivazione con cui questi studenti hanno fatto sapere ai commissari d’esame che l’esame non l’avrebbero sostenuto sa di impotenza, più che di autorevolezza, per non dire autorità.
In realtà tutte le critiche mosse hanno, nell’angolo ammuffito da cui strillano, un senso. “Tutta la vita è competizione.” “Troppo comodo non sedersi a quel tavolo e farla franca.” “Che mancanza di rispetto nei confronti di chi si sbatte per darti un’istruzione.” “Stai voltando le spalle ad una società che gratuitamente sta cercando di darti un futuro.”
Hanno senso, certo, ma dal punto di vista di chi è stato colto di sorpresa, e magari è stato messo ko da un montante inaspettato. È come cercare di trovare la quadra alle promesse di un generale che ha appena portato a termine un colpo di stato, o alle esultanze del boss dei reclusi che si sono ammutinati, per provare poi a smontarle con la logica dei burocrati.
Sarà che non sto molto in Italia, e comincio a reagire alle notizie della madre patria in maniera un po’ atipica, ma io di questa faccenda noto il gesto, più che la spiegazione. È una rivolta. Non è una critica al sistema, con solide e razionali motivazioni socio-politiche. È una ribellione all’autorità, e quindi un atto di forza. Il gesto non ha senso. Il gesto è il senso. Coglie impreparati, e quindi stende al tappeto, proprio il fatto che arrivi da dove non te l’aspetti, da una generazione che credi di aver cresciuto, ma che invece ha già sviluppato una mentalità propria, diversa dalla tua, nuova, imprevedibile, in parte sconosciuta persino a chi la incarna. E che quindi la esplora, la mette alla prova, per vedere fino a che punto può spingersi nell’usarla come ariete.