giovedì 21 gennaio 2010

Itamil (non è una medicina) - Bangkok, Thailandia

Una notte a Bangkok incontro D. Se chiudi gli occhi mentre lo ascolti dopo cinque secondi sai già che è emiliano. "Sono nato a Reggio ma sono bolognese..." Piccolo, minuto, la chioma nera che ondeggia. Sotto la pelle scura scorre sangue tamil, i lineamenti indiani seguono una variante del sud. Dopo aver detto a me di essere bolognese, confessa a degli inglesi di non essere italiano. "Se hai un genitore italiano o sei stato adottato ottenere la cittadinanza è una formalità. Ma chi, come me, ha la famiglia straniera può provarci per anni e per anni non farcela." D. è spigliato, ha studiato in Italia e in Australia, è intraprendente, sveglio, una risorsa umana preziosa. Mangia ragù e tortellini con gli amici italiani e si sente a disagio ad un pranzo tamil. Sono stupito e sbalordito, non me lo levo dalla testa, una frazione di colpa mi pesa sullo stomaco. Penso al dibattito in corso sulla cittadinanza agli immigrati. Ma di che parlano, con quale credibilità? In Italia come D. ce ne sono decine di migliaia.

Foto di un passaporto italiano del 1901 (PD), da wikipedia.org

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