martedì 28 ottobre 2014

La cricca degli spacciatori delle piazze è davvero IR-RI-TAN-TE! - Padova

Remember dear cute Heidi? She has broken bad...
Autore anonimo, su un muro di Padova
Non me ne vogliano i membri onesti della comunità nordafricana di Padova, non ho nulla contro di loro, ma gli spacciatori magrebini che scorrazzano indisturbati tra le piazze del centro sono veramente insopportabili. 
Una volta erano pochi, una decina forse. Ora ce ne sono a dozzine. Presidiano varie zone del centro storico e hanno delle staffette che tengono i gruppi in collegamento costante. Qualcuno ha chiesto qualcosa che alla Gran Guardia non hanno: parte un ragazzino in bicicletta e va a ordinare la fornitura in Piazza Capitaniato o al Duomo. C'è qualche problema con un'altra banda o dei clienti piantagrane: un altro sbarbatello va a chiamare i rinforzi. Delle autorità, sempre mansuete nei loro confronti ma prontissime a intervenire se un ubriacone schiamazza davanti a un bar, non devono preoccuparsi troppo. 
Quando passeggiando entri nel loro raggio d'azione captano d'istinto qualche grezzo segnale e lo usano per classificarti: se rientri nella categoria dei potenziali clienti ti fanno seguire da un galoppino in bicicletta, che ti approccia con fare furtivo, se invece hai l'aria ostile, vagamente disgustata o anche un po' troppo innocua, ti squadrano strafottenti, persino minacciosi, come i membri delle bande newyorkesi del film "I guerrieri della notte". 
Sono una presenza ingombrante, imbarazzante e irritante inserita proprio nel cuore della città. Con sguardi intimidatori affrontano i cittadini per proteggere il loro territorio, come dei cani randagi. Un senso del possesso giustificato da una permanenza in città, magari pure clandestina, di qualche mese soltanto. 
Adottando tecniche di marketing aggressive cercano di circuirti se credono di poterti rifilare qualcosa: mormorano: "Va tutto bene?", sottovoce, quando ti si avvicinano da dietro, di soppiatto, in una vietta scarsamente illuminata, o ti chiamano con dei versi odiosi, "mcccc mzzzz", gli stessi che si usano per attirare l'attenzione dei gatti. 
E si danno persino delle arie da mercanti di merce rara, come se spacciassero Coca Cola in Corea del Nord o gran puttanoni in Arabia Saudita. Credono forse di essere originali? Davvero? Per aver importato in Italia...l'illegalità? Ha ha ha ha.
Si tratta di un problema che mette d'accordo praticamente tutti gli schieramenti politici, i quali trovano espedienti diversi per ottenere lo stesso obiettivo: non risolverlo.

mercoledì 22 ottobre 2014

Il geniale riciclaggio dei piccioni - Padova

La reconquista
Un tempo i piccioni amavano appollaiarsi su quel capitello. Un angolino fresco, al riparo dalla luce del sole, in alto, lontano dal passaggio dei pedoni molesti. Poi qualcuno, dopo essere stato raggiunto da uno scarico di guano o un paio di piume, ha deciso che davano fastidio, e ha installato una fila di aghi. Di quelli che si vedono un po' dappertutto nei centri storici delle nostre città, sulle colonne, sui cornicioni o sulle travi dei sottotetti. 
Ma porca puttana! Devono aver pensato i piccioni. Che cazzo facevamo di male? Per caso avete installato un sistema che colpisce con scariche elettriche chi getta rifiuti a terra? O piazzato dei chiodi dove la fanno i cani? Quella è casa nostra e non avete alcun diritto a sfrattarci! Per questioni effimere di questo tipo poi...

giovedì 2 ottobre 2014

Arriva il modello 7eleven - Padova

L'entrata del negozio
La Pam ha importato a Padova il modello 7eleven. Si chiama Pam local, e il primo punto vendita è stato aperto in Piazza delle Erbe, in pieno centro. E' proprio la stessa cosa, un mini-market stretto e lungo, con un'unica fila di scaffali al centro e altri lungo le pareti, alternati a dei banchi frigoriferi. Ci si trova un po' di tutto: prodotti per l'igiene personale e della casa, bevande, cibo (anche confezioni monodose), surgelati e vari oggetti di uso comune. A differenza dei punti 7eleven manca ancora l'apertura continuata, around the clock, ma d'altra parte anche la famosa catena internazionale aveva cominciato così, basta leggere il nome: dalle sette di mattina alle undici di sera.