mercoledì 30 luglio 2014

Il costo della sicurezza - Cebu, Filippine

La teca con le armi bianche
Aeroporto internazionale di Mactan-Cebu. Qualche metro prima del controllo bagagli finale, l'ennesimo, c'è una teca in vetro. E' colma di oggetti requisiti. Ce ne sono di ogni tipo. Da quelli potenzialmente pericolosi - forchette, coltelli a serramanico, forbici, bombolette di lacca - ad altri apparentemente più innocui, come bottigliette di shampoo, collutorio, deodorante, palline da golf, spazzolini, nastro adesivo, rotelle metriche. Subito dopo la barriera a raggi X c'è un tavolo pieno di bottiglie d'acqua. Tutta roba proibita in volo per la nostra sicurezza, dicono. Persino l'acqua. Se te la porti da fuori te la strappano dalle mani come se stessi cercando di contrabbandare una tanica di kerosene. Solo quella che vendono ai gate sembra essere sicura. Sarà, io di sicuro ci vedo solo il fattore 2 o persino 3 per cui moltiplicano il prezzo.
Che spreco. E che perdita di tempo questi controlli. Un dentifricio sembra avere lo stesso potenziale distruttivo di una bomba a mano, mentre entrare nello spazio aereo dell'Ucraina orientale, dove infuria una battaglia civile e le batterie contraeree sono operate da semi incompetenti, è una normalissima pratica, utile in ottica di risparmio carburante. Per non parlare delle procedure utilizzate ai banchi dell'immigrazione. L'aeroporto di Kuala Lumpur è dotato delle tecnologie più avanzate: nei database delle autorità vengono persino salvate delle copie delle impronte digitali dei visitatori. Eppure tra i passeggeri del volo MH370, quello scomparso a marzo di quest'anno, c'erano due iraniani imbarcatisi utilizzando un passaporto italiano e uno austriaco, entrambi rubati in Thailandia ben più di un anno prima, regolarmente denunciati e inseriti nella lista nera internazionale dei documenti sospetti. Ci si aspetterebbe che, quando documenti simili vengono passati al vaglio, sullo schermo degli addetti cominci a brillare un'enorme luce rossa, accompagnata da una sirena spaccatimpani. Niente di tutto ciò...welcome aboard sir, enjoy your flight! Evidentemente i due iraniani poi il volo non se lo sono proprio goduti, ma questo è un altro discorso. 
Osservo di nuovo il contenuto della teca, mi viene in mente una vecchia canzone di Elio e le Storie Tese, e provo a pensare a quale strofa avrebbero potuto cantare se si fossero trovati qui: ha detto mio cuggino che una volta un tizio vestito da sceicco ha costruito una catapulta a palle da golf con una sofisticata struttura di spazzolini e forchette, ne ha potenziato la gittata col gas di una bomboletta di lacca, di quella per signore mature, e l'ha quindi usata per tramortire una hostess, che ha poi tentato di scoparsi. 
Mio cuggino, mio cuggino...
L'acqua, un'arma di distruzione di massa

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