venerdì 29 marzo 2013

Un'impertinente domanda pertinente

Una famigliola...belle facce sveglie!
Questo lo scrivo mentre mi trovo a Kuala Lumpur, ma si tratta di una pura coincidenza: potrei osservare delle scene anaggole in qualunque altro posto. Sicuramente in ogni grande metropoli asiatica.
Guardali lì, imbambolati davanti allo schermino. Quanti sono? Tanti, troppi, quasi tutti in pratica. Attorno ai tavoli del caffè, nei mezzi pubblici, al ristorante. A controllare gli aggiornamenti in Facebook, a giocare ai giochini, a chattare, persino a farsi le foto da soli, in posa sorridente davanti al loro stesso braccio teso. 
Non starò qui ad aggiungere l'ennesima critica alla lunga lista, un nuovo pedante giudizio su questa smania assurda. Mi pongo solo una domanda: ma prima, quando quegli aggeggi non esistevano, questi individui che cazzo facevano? Non dico quando non c'erano i cellulari, perché molti di loro a quel tempo erano ancora dei marmocchi, ma solo pochi anni fa, quando l'espressione smart-phone ai più sarebbe sembrata una specie di ossimoro, ai tempi in cui gli schermi erano ancora grigi o verdi, e le scritte nere. Quando coi telefoni ci si potevano solo fare le chiamate o mandare i messaggi.
Come passavano il tempo quelle fighettine che ora chine sul telefono ad aggiornare il loro profilo virtuale nascondono al mio occhio bramoso quello reale? Che argomenti affrontavano le coppiette che oggi hanno finalmente una scusa per non cagarsi un attimo e starsene in silenzio durante tutta la durata della cena? Viene da pensare che siano stati tratti in salvo da un gadget elettronico appena in tempo, quando erano sul punto di scivolare nel baratro di una vita piatta, senza obiettivi, totalmente priva di stimoli.
Ma forse poi, per quanto triste, è meglio così. Quanti discorsi del cazzo risparmiati, quanti battibecchi inutili evitati. Se gli smartphone riusciranno ad invertire la tendenza mondiale alla crescita dei divorzi - anche se attraverso una drastica riduzione del tempo dedicato dalle coppie alla discussione -, favorendo in questo modo un nuovo boom delle nascite, potremo almeno dire che l'annientamento cerebrale globale della razza umana non sarà stato perpetrato invano. Pagare in qualità per ottenere quantità insomma. Sempre, ovviamente, che a quel punto un pensiero di questo livello non sia già troppo difficile da elaborare.

Modifica all'originale: ehm, ora che ci penso ho emesso un nuovo pedante giudizio, come avevo promesso di non fare. Immancabilmente cinico tra l'altro. E' andata così, amen.

Schierati fianco a fianco
Un fotografo, almeno lui è da solo
Una dolce coppietta...che romantici!
Troppo impegnati...entrambi
Due amiche che si stanno divertendo un casino assieme!

7 commenti:

Elisabetta ha detto...

Interessante, belle foto tra l'altro! Qui in Oman i bambini a 8 anni hanno già l'Ipad, i ragazzi e le ragazze girano negli shopping mall con lo smartphone in mano per non perdersi neanche un aggiornamento di Whatsapp. What's up? C'è che non si parlano più. E sono pigri, terribilmente pigri, e non è per il caldo.

Fabio ha detto...

Già. Non è l'esistenza stessa dello Smartphone che mi sconcerta, nemmeno il suo uso (per certi versi lo trovo un gadget eccellente), bensì l'abuso, quel renderlo un surrogato delle relazioni umane, il nasconderci dietro la propria timidezza, la mancanza di creatività, le insicurezze, la solitudine. Una volta eravamo tutti costretti a venirne fuori in qualche modo, a confrontarci con quei nostri fantasmi. Ora c'è questa scusa balorda della tecnologia per alzare bandiera bianca tutti assieme, perché se lo fanno tutti sembra quasi che non lo faccia nessuno.

Immagino che anche in Iran sia la stessa cosa, no?

Elisabetta ha detto...

In Iran sono incollati al telefono 24 ore su 24, grazie ai server proxy aggirano la censura a Facebook e cercano la libertà sui social network, o meglio una fidanzata/o. E spesso la trovano.

Fabio ha detto...

Addirittura? hahaha

Elisabetta ha detto...

Relazioni effimere, però... Intanto chi mi ha ospitata a Tehran la prima volta tramite couchsurfing ci ha provato in maniera subdola, servendosi dunque di CS come un mezzo di baccagliamento. E la sera stava ore su facebook...

Fabio ha detto...

Elisabetta: sai, sinceramente non mi sorprende affatto. Onestamente per chi ha quel tipo di intenzioni Couchsurfing è uno strumento quasi perfetto. Considerando che c'è chi perde ore in internet alla caccia di sesso virtuale, il fatto che uno ci provi dal vivo con Couchsurfing risulta prevedibile...

Elisabetta ha detto...

Sì, in effetti... per una donna sola che volesse andare in Iran e utilizzare couchsurfing, consiglio di scegliere solo donne, per andare sul sicuro. La mia host iraniana mi ha informata che lei stessa non ospita mai nè turchi nè iraniani nè arabi.