mercoledì 19 dicembre 2012

Come Rocky Balboa - Kuala Lumpur, Malesia

Ogni sera, dopo aver finito la lezione ed esser tornato in albergo, mi strappo di dosso le vesti da insegnante, mi infilo pantaloncini, maglietta sintetica, scarpe di gomma e scendo per una corsetta. Da Brickfields, nei pressi della stazione centrale di KL, a Bangsar, mezzoretta per le stradine di qualche quartiere residenziale. 
Anche i malesiani fanno esercizio, ovviamente, ma ho il sospetto che vadano in quelle palestre ad aria condizionata o che corrano altrove: qui infatti sono sempre l'unico che trotta. E a quelli che incrocio devo sembrare un occidentale un po' svitato o un atleta serio che si prepara per una competizione ufficiale (nel secondo dei casi probabilmente non hanno osservato attentamente il mio fisico...). Comunque sia devo apparire come uno a cui per qualche ragione si sorride, si rivolge la parola, va dimostrata in qualche modo simpatia. Il parcheggiatore abusivo ride e mi dice:" He he…running, running...yes, yes…" Le guardie giurate dei condomini di lusso mi salutano con un "Good evening, Sir!" E i passanti domandano, un po' retoricamente: "Going jogging, right?" Tutti sorridono, simpatizzano, incoraggiano. 
Io di solito parto per farmi i cavoli miei, correre, fare due stiramenti, due piegamenti e poi tornare in stanza, stanco e soddisfatto. Ma non ci riesco a far finta che tutto ciò non abbia alcun valore. Quindi rispondo, sorrido, saluto, e i loro approcci mi infondono energia. Non credevo di averne bisogno, ma quella loro umanità mi entra in circolo, mi tonifica, mi rinfresca, mi eccita. Accelero, alzo la testa, mi muovo con più fluidità. Mi sento quasi Rocky Balboa che si allena lungo i viali di Filadelfia, e quando la strada sale in collina è come se sprintassi sulla famosa scalinata, circondato dai ragazzini. E in cima potrei fermarmi, buttare in alto le braccia, saltare e urlare: "Avanti Apollo Creed! Sono qui, sono il tuo Stallone italiano, pronto per farti un culo quadro e strapparti quella cintura dorata di dosso!" 
Ma non lo faccio. Invece mi giro, torno indietro, comincio anche a sentirmi un po' stanco: quella salita, e soprattutto quella accelerata insensata si fanno sentire. Per fortuna la fisica non è un'opinione e quel che saliva al ritorno scende. Devo solo controllare le falcate e stare attento alle articolazioni.
Rocky Balboa un par di palle, ora mi sento più come Danny Devito, Benny Hill o Mr. Bean.
Però, che iniezione di adrenalina sono i sorrisi e le parole dolci degli sconosciuti, specialmente in un luogo alieno. Come una specie di doping, ma senza controindicazioni.

8 commenti:

Duran63 ha detto...

Scusa ma la maglietta sintetica mi ha fatto ridere...se vuoi al prossimo round posso farti da gallina..padovana!!
Comunque sí. Un gesto cortese, una parola gentile, anche se buttata lá, sono una panacea, un rimedio contro l´indifferenza e la solitudine.

Fabio ha detto...

La maglietta sintetica ha il vantaggio di asciugarsi in breve tempo, quindi la posso lavare dopo averla usata e riutilizzarla ogni giorno. E poi è leggera nel bagaglio. Purtroppo alla fine della corsa, essendo fatta in modo da assorbire il sudore, puzza come una capra selvatica!
Fortunatamente anche se sto spesso da solo non soffro di solitudine. Ma l'effetto energetico del gesto lo sento comunque.

Elisabetta ha detto...

Premesso che ti seguo silente dallo scorso agosto, quando ero sola (e disperata) in Cina, a Beilun; premesso che due settimane fa ero a Kuala Lumpur e pgni tanto pensavo "adesso incontro Fabio Pulito"; premesso che amo KL e che mi piace come scrivi perchè sembra di vivere le cose insieme a te; premesso tutto questo cosa c'è ancora da dire? Niente. Bravo, continua così che sei un'ottima compagnia insieme al giornale online del mattino :) Elisabetta

Elisabetta ha detto...

Ps. E' vero: il sorriso o il saluto di uno sconosciuto in un paese straniero può cambiarti la giornata

Fabio ha detto...

Elisabetta, grazie, un onore! Potevi farmelo sapere che eri a KL!

Elisabetta ha detto...

Ci avevo pensato infatti! Ma poi io sono sempe un po' reticente by nature... e poi eri il mio blogger-mito, non osavo, ah ah!

Fabio ha detto...

hai ragione, magari poi dal vero ti deludo hehe

Elisabetta ha detto...

Ah ah!! Figurati un po' se uno come te mi delude :)