lunedì 15 ottobre 2012

C'è modo e modo (di diventare ricchi)

A chi non piacerebbe diventare ricco? Non necessariamente ricco sfondato, ma moderatamente abbiente, o almeno benestante, possibilmente in misura (rispettosamente) abbondante. Potersi permettere di abbandonare gli impegni più seccanti, mollare la zavorra dell'attività che garantisce il sostentamento, dedicarsi finalmente ai propri interessi senza più avere l'assillo delle risorse (troppo) limitate. O magari continuare anche a farsi il mazzo, ma per una causa, un'idea vincente, un progetto ambizioso e redditizio.
Ricchi, sì, va bene quindi. C'è però modo e modo. Il primo è quello nobile, fondato sulle grandi idee, l'innovazione, lo spirito imprenditoriale, la genialità, la capacità di vederci dentro, più avanti degli altri, la forza di credere nella propria visione e intuizione.
E poi c'è l'altro. Di metodo per fare i soldi intendo. l'Italia è piena di mediocri ricconcelli muniti di un unico talento: la spregiudicatezza. Segni particolari: praticare un'incisione sulla pancia e osservare bene, ciuffi di pelo ispido spunteranno qua e là dalle pareti interne dello stomaco.
Il denaro come unico obiettivo, il fine ultimo di ogni loro atto, pensiero, parola, respiro. Fra di loro si annidano esseri ignobili disposti a - o spesso ben lieti di - calpestare i diritti altrui, rinunciare ad amicizie e affetti, mettere a repentaglio la salute o addirittura la vita del prossimo, ridurre le gente sul lastrico, sfruttare in modo miope risorse umane e materiali, inquinare l'ambiente - come se la sera potessero permettersi di andare a dormire in una galassia lontana e pulita, dopo essersi tolti lo scafandro -, stravolgere o annientare tradizioni secolari, infrangere non solo la legge ma anche le più basilari norme morali, fottere lo stato, la società e il sistema in cui sono stati cresciuti, istruiti, accuditi e curati, vale a dire tutto ciò che fa la differenza tra loro, cioè noi, e quelle masse di poveracci sparse per tutto il pianeta che questi ricchi della scorciatoia guardano dall'alto verso il basso, con disprezzo, come se la posizione di vantaggio di cui si vantano se la fossero guadagnata per meriti, o trovasse l'origine tra le eliche del loro DNA. E il tutto sempre al riparo di un sorriso ipocrita dipinto su una bocca mai sazia che ingurgita di tutto e all'occorrenza è pronta a vomitare le solite, pavide, quattro frasi di convenienza.
Presunti geni dell'industria e della finanza che pur di non rinunciare ai monili, i vizi e il lusso ammortizzano gli effetti della crisi lasciando le fatture non pagate a marcire in un cassetto impolverato, non rispondendo alle chiamate dei creditori, campando scuse ridicole per rallentare i pagamenti degli stipendi, fuggendo dalla porta sul retro quando un fornitore si presenta per far cassa. In tutto e per tutto spalleggiati dai funzionari della pubblica amministrazione che adottano pratiche simili, se non peggiori.
Ma in fondo non sono altro che infami col portafoglio da arricchiti, l'appetito da pezzenti, i metodi meschini e l'anima...beh quella non c'è più: se l'è comprata il diavolo tanto tempo fa. 

Foto di ~jjjohn~ (CC)

2 commenti:

Duran63 ha detto...

Ne conosco una lista..

Fabio ha detto...

Duran63: anch'io ne ho incrociati un po', l'importante è che siano solo lontane conoscenze e non amicizie troppo intime...hehe