giovedì 29 aprile 2010

Non doppiateli più...

Guardi un film in lingua originale, sottotitolato in italiano. All'inizio sei un po' confuso: segui i testi o le scene? Ma è un metodo collaudato e in breve afferri il trucco: dopo un paio di pellicole non te ne accorgi nemmeno. Un giorno in Italia rivedi un film doppiato: il tuo attore preferito parla con la voce di un altro. Ti dà quasi più fastidio della pubblicità: l'intonazione da conferenza, labiale e suono sfasati, le traduzioni forzate, buffe o mielose. E poi dicono che abbiamo i migliori doppiatori del mondo. Ti scappa quasi da ridere. E non sono certo le battute...

Immagine: locandina del film "Citizen Kane" (in italiano "Quarto potere"), di Orson Welles, 1941

lunedì 26 aprile 2010

Pensare a parole/5

"C'è chi starebbe con chiunque, pur di stare con qualcuno."

"Se una donna è convinta che essere bella sia tutto, ridurrà la sua bellezza a motivo di disprezzo."

"Le persone serie non sono quelle che non ridono mai."

"Te lo dico nel caso non l'abbia ancora fatto nessuno: quando mordicchi quell'anellino che hai conficcato nel labbro, le facce che fai non sono il massimo."

"Non sono le assicurazioni, la pensione o il lavoro fisso. Come rete di salvataggio, l'incoscienza è la migliore."

"Una tua frase è buona se la ripeti e ti piace e la scrivi e la leggi e ti piace ancora, come se a pensarla non fossi stato tu ma qualcun altro"

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Foto "Pensando", di Fabio

sabato 17 aprile 2010

Il passaporto giusto - Confine Malesia-Singapore

L'ufficiale di frontiera ha il timbro a mezz'aria mentre cerca sul passaporto una pagina libera. Poi si ferma, scruta, si acciglia e borbotta: "Perché continua a entrare ed uscire dal paese?"
A volte, oltre ai sigilli, anche la sfortuna e il fato si abbattono sulle pagine di un banale passaporto. Faccio notare che questa è soltanto la seconda volta, le visite precedenti risalgono a più di un anno fa. Per coincidenza i visti stanno su pagine adiacenti. 
Controlla le date, si rilassa, ma non troppo. "Non importa lo potrà comunque spiegare al mio superiore." Vengo accompagnato in una stanza, niente finestre, luci al neon. È piena di immigrati, la maggior parte sta in piedi. È un mappamondo di volti, un ronzio di lingue: indiani, pachistani, cingalesi, indonesiani, filippini, cambogiani, thailandesi e birmani. 
Sono l'unico occidentale, l'ufficiale mi chiama e nel giro di un minuto sono già un gradito ospite. I miei compagni di cella continuano ad aspettare, dovranno aspettare ancora, aspettano da sempre. Hanno gli occhi gonfi e le guance tese, ma qualcuno mi osserva e mi lancia un sorriso. Io al loro posto sarei crepato d'invidia. 
Mi avvio verso la sopraelevata, diretto a Singapore, questo gran centro commerciale travestito da stato e mentre la mente scorre sui pensieri a scivolo, ho già scordato quel tipo di potere ineffabile conferito a un nessuno...se ha il passaporto giusto.

Confine tra Malesia e Singapore, dicembre 2003

Foto "Frontiera tra Thailandia e Laos", di Fabio

mercoledì 14 aprile 2010

Breakdancers - Kuala Lumpur, Malesia

Muscolosi, belli, con pettinature alla moda. Volteggiano e ballano con potenza ed eleganza tra ragazzine e turisti che sorridono e fanno foto. È il loro palco, il loro momento, il loro pubblico, il loro spettacolo. Quando uno dei dancers ha completato un numero si rivolge ai compagni, fa un gesto, una smorfia. È una piccola ipocrisia, una non-ammissione di colpa: l'esibizione è negata, camuffata da prova. 
O forse è soltanto il loro imbarazzo atavico, mascherato con spacconeria da film americani. 

Foto "Breaking the street", breakdance a Kuala Lumpur, di NTLam (CC), da flickr

martedì 13 aprile 2010

Metallizzati - Kuala Lumpur, Malesia

All'inizio ce n'era uno: l'uomo dorato. Un cinese pelato, con abito e cilindro, completamente ricoperto di vernice metallizzata. Lo vedevi a Bukit Bintang, immobile, in posa, con un barattolo per le offerte e un ritaglio di giornale: un articolo su di lui, con tanto di foto. Poi nella stessa zona è comparso l'uomo d'argento e pochi giorni più tardi anche quello ciclamino. Questo sta seduto e indossa una maschera, non fa nemmeno lo sforzo di dipingersi il volto.
Nel frattempo gli uomini dorati si sono moltiplicati, ma sono soltanto dei cloni, senza teatralità. Quello originale, impareggiabile attore, ora posa con una collega dipinta d'argento.
Tre ringgit per una foto, li incontri dappertutto, alcuni in mezzo alla folla, altri in uno spiazzo vuoto. 
In Asia una buona idea va spremuta in fretta: diritti d'autore e brevetti non abitano qui.

Foto "L'originale uomo dorato con la collega argentata", di Fabio (Cellulare)

domenica 11 aprile 2010

L'anima della città - Kuala Lumpur, Malesia

Sembra che Kuala Lumpur stia riconquistando il suo fascino. Era un gran bel posto fino a qualche anno fa. Poi qualcosa è cambiato: è diventata un po' scialba, superficiale e vanitosa, tutta moda e auto veloci. Come se stesse cercando di emulare Singapore, selezionandone soltanto le caratteristiche peggiori. Ora un po' alla volta l'anima della città sta tornando, come se si stesse svegliando da un sonno lungo e profondo.
È un'ottima notizia, un cambiamento incoraggiante: non si può venire qui solo per lavoro e buon cibo!

Foto "Colomba in Lebuh Ampang", di Fabio

giovedì 8 aprile 2010

Pensando/4

"La decadenza è interessante...se osservata dall'esterno."

"Sempre più quotidiani faranno pagare le edizioni online...milioni di blogger ringraziano per la cortesia!"

"Dramma 2.0: mia madre si è iscritta a un social network. Ho sempre creduto di essere il suo adorato figliolo ma sono stato declassato al ruolo di semplice amico!"

"Se si tratta di vino rosso basta comprare una bottiglia...l'occasione per aprirla si presenterà da sé."

"Nel posto giusto, con la colonna sonora adatta e dopo un paio di bicchieri...Bangkok può diventare una specie di sogno psichedelico..."

"Non sono mai stato un tipo materialista, ma se non fosse per i soldi certe schifezze le eviterei..."

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Foto "Thinking is timeless" di Papyrarri (CC), da flickr

sabato 3 aprile 2010

Resta fuori dalla gabbia!

 







Foto "Caged!" di VinothChandar (CC), da flickr



Non mollare! Ricordi?
Sei uscito solo dalla gabbia.
Fuori il mondo è giungla, predatori, rapaci,
punture virali che ti friggono le viscere.
La gabbia è sicura, una campana di vetro,
schermata dalle insidie, dall'incertezza, dal buio.
Il suo richiamo ti tenta come un succo fluorescente,
il sonno tiepido che ti avvolge dopo che hai battuto i denti.
Ma c'è un velo di curaro sull'orlo del bicchiere,
e il torpore è un travestimento dell'assideramento.
Non mollare, resta fuori!
La giungla è rischio, scommessa con la vita,
ma la pelle si fa cuoio e l'anima si condensa:
il cuore si ingozza, tracanna e inghiotte,
nervi e capillari si allungano, brancolano,
fanno contatto con le punte delle radici del mondo,
ne succhiano la linfa e la portano in alto.
Non mollare, non ci andare!
Sei uscito rachitico, scorticato, spelacchiato.
Ma hai resistito:
diventerai giaguaro!