mercoledì 31 marzo 2010

L'odore del sudore sotto il sole dei tropici - Kuala Lumpur, Malesia

Oggi passeggiavo vicino a un edificio in costruzione. Gli operai mangiavano e si rilassavano chiacchierando. Li ho osservati mentre sorridevano...e vuoi sapere una cosa? Il sudore sulla loro pelle sotto il sole dei tropici puzza meno delle tue stronzate da dirigente aziendale!

Foto di un segnale "lavori in corso" a Singapore, di Fabio

Una credibilità maggiore

Aung San Suu Kyi, Nelson Mandela, Madre Teresa e molti altri sono stati i protagonisti di imprese eccezionali, meritandosi di conseguenza il premio Nobel per la pace. L'anno scorso il comitato ha utilizzato un metodo diverso: dal momento che probabilmente non c'erano candidati all'altezza, hanno scelto il presidente Obama, l'alternativa migliore, sperando che in futuro facesse qualcosa per meritarselo. Ma il premio avrebbe sicuramente una credibilità maggiore se in casi come questo non fosse assegnato affatto.

Ritratto di Alfred Nobel, di Gösta Florman (PD)

martedì 30 marzo 2010

Quei paranoici pluridecorati

Ad Aung San Suu Kyi è stato vietato di partecipare alle prossime elezioni.
Elezioni? Dev'essere uno scherzo...ma se non le è nemmeno permesso fare una passeggiata in un parco!
Che cosa ci si può aspettare da quei paranoici pluridecorati?
8888!

Foto Aung San Suu Kyi del U.S Department of State (PD)

venerdì 26 marzo 2010

Pensieri/3

"Ci sono giorni in cui ti sembra di avercela fatta per un pelo..."

"Pochi uomini possono diventare spietati come una donna - anche una tranquilla - se lo vuole, sa esserlo. E con che disinvoltura!"

"Viaggiare per lavoro non è viaggiare...è soltanto un altro tipo di pendolarismo a lunga percorrenza."

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Foto di un uomo pensieroso a Georgetown, Penang, Malesia, di Fabio

domenica 21 marzo 2010

Il serbatoio - Bangkok, Thailandia

I detrattori del movimento di protesta hanno fatto notare che mentre la chilometrica parata dei rossi sfilava per le vie di Bangkok, paralizzando il traffico del sabato, gli strateghi della manifestazione avrebbero utilizzato gruppi di motorini e auto facendoli muovere in fretta per apparire a distanza di pochi minuti in punti diversi, dando così l'impressione di avere in mano un gruppo di sostenitori più folto di quanto lo sia realmente. Verosimile, e probabilmente vero. Cose del genere accadono ovunque: in guerra e in amore tutto è lecito. 
Di sicuro però i rossi hanno trovato un serbatoio - probabilmente non insperato - di forze fresche nelle schiere di tassisti e moto-tassisti originari delle province dell'Isan, l'area poco sviluppata e culturalmente affine al Laos situata nel nord-est del paese. Le stesse da cui è arrivata la maggioranza dei manifestanti e le stesse in cui la serie di partiti creati direttamente o per interposta persona da Thaksin Shinawatra hanno raccolto voti a sacchi di riso. Con la differenza che i tassisti, lavorando in città, non hanno dovuto viaggiare per ore prima di arrivare nella capitale e non sono stati costretti ad accamparsi per più di una settimana nelle strade e nelle piazze del centro. 
Mi è capitato spesso in questi giorni di stare a bordo di un taxi, con la radio che trasmetteva in diretta i comizi dei leader rossi e una bandierina che sventolava appesa all'antenna: ogni volta che la vettura incrociava un pick-up carico di manifestanti il tassista, di Ubon, Khon Kaeh o Khorat, dava un colpetto di clacson, salutava e se fermo al semaforo apriva il finestrino, scambiava qualche parola, scherzava, incoraggiava. Molti di loro si sono uniti alla parata del sabato o hanno continuato a lavorare indossando magliette rosse ed esponendo i vessilli del movimento.
La protesta continua, i manifestanti sono tornati al loro accampamento ma non accennano ad andarsene. Le scorte di papaia verde sembrano non essersi ancora esaurite. Thaksin li incita via satellite dal Montenegro. Il premier Abhisit apre ai dimostranti posto che il loro capo supremo - nonché finanziatore dell'impresa - non venga incluso nei negoziati. Improbabile, a meno di una clamorosa pugnalata alle spalle da parte dei suoi luogotenenti.
La città, curiosa, esasperata, divertita o arrabbiata, attende ora i prossimi sviluppi politici.

Foto Tuk Tuk a Bangkok, di Fabio

lunedì 15 marzo 2010

Escrementi vs sangue - Bangkok, Thailandia

Dopo aver minacciato di ricoprire di escrementi di tre tipi (uomo, donna e "terzo sesso") alcuni esponenti del governo, i Rossi hanno annunciato che verseranno un milione di cc del loro sangue attorno alla Government House. 

Le critiche che sono state mosse a proposito si possono riassumere in tre categorie:

- si tratta di prelevare sangue da centinaia di persone, in piazza e in poco tempo. Hanno l'attrezzatura e il personale addestrato necessari?
- centinaia di litri di sangue umano al suolo: oltre al carattere macabro della scena, quali sono le possibili conseguenze da un punto di vista igienico-sanitario?
- un milione di cc di sangue che potrebbero essere donati agli ospedali cittadini o alla Croce Rossa thailandese: che spreco...e che gesto imbarazzante! Vogliono davvero fare una figura del genere di fronte all'opinione pubblica?

Alla luce di tutto ciò, anche se disgustoso, meglio tirare la cacca!

Blood vs shit: vote for shit!


Foto "Blood nose" by Steve Kay (CC), da flickr

domenica 14 marzo 2010

La quiete prima della tempesta - Bangkok, Thailandia

Sukhumvit Road venerdì sera è tranquilla. La folla del sabato a Khao San Road è dimezzata. Queste sono due delle punte di diamante della vita notturna di Bangkok: nei fine settimana sono solitamente affollate da centinaia di giovani thai e stranieri. Le stime sulle perdite parlano di centinaia di milioni di baht.
Le camicie rosse (molti di loro indossano una specie di tuta nera e hanno una bandana rossa annodata in testa) si aggirano nei dintorni dello spiazzo di Sanam Luang e di Rachadamnoen Road. I minimarket dell'area non vendono alcolici, nemmeno prima della mezzanotte. Qualcuno compra delle casse di bibite energetiche e distribuisce le bottigliette tra i manifestanti. Alcuni giovani si fermano a chiacchierare con gli stranieri, sorridono, rispondono alle domande, si fanno foto di gruppo. 
I Rossi arrivati dalle province dell'Isan hanno portato con sé quantità enormi di papaia acerba, pasta di pesce fermentato e peperoncini: saranno in grado di pestare som tam per una settimana almeno.
Domenica mattina, da un ponte pedonale sopra Pahonyothin Road, si può osservare una parata di camion, auto e songthaew che trasportano centinaia di persone con bandiere rosse al vento. Si mettono in posa davanti alle macchine fotografiche, urlano all'indirizzo degli astanti che ricambiano con sorrisi e saluti. 
Lunedì mattina un corteo molto più folto potrebbe passare proprio di qui, ma in senso opposto, alla volta della base dell'11mo reggimento di fanteria, dove il premier Abhisit ha fatto allestire la sua stanza dei bottoni.
È soltanto la quiete prima della tempesta?

Foto di un corteo di Camicie Rosse in Pahonyothin Road, Bangkok, di Fabio Pulito

venerdì 12 marzo 2010

Sensazione generale di paREDnoia a Bangkok

Alcune delle notizie più curiose della prima giornata di manifestazioni a Bangkok:

Un'allegra gita fuori porta: "Membri della famiglia Shinawatra lasciano la Thailandia mentre migliaia di Camicie Rosse convergono su Bangkok. Il legale dell'ex premier deposto sostiene che la gita era programmata da un pezzo e non ha nulla a che fare con gli eventi della giornata."

Questi scendono in piazza per difendere gli affari suoi e lui che fa? Tutto ad un tratto diventa un tirchione: "Una delle cause per cui solo un numero ridotto di manifestanti ha raggiunto finora la capitale potrebbe essere la scarsità dei fondi arrivati da Dubai. Gli organizzatori delle manifestazioni di protesta avrebbero chiesto a Thaksin di mettere a disposizione 500 milioni di Baht, somma che lui avrebbe però ridotto della metà." Alcuni giorni fa una commissione aveva disposto il sequestro di 46 miliardi di Baht dai conti di Thaksin.

Campanilismo d'emergenza: "A seguito dell'avanzata delle Camicie Rosse su Bangkok e di alcune esplosioni registrate nella provincia di Surat Thani, secondo la Phuket Gazette i turisti stranieri sarebbero stati consigliati di "dirottare" su Phuket."

E l'odorosa (ma politically correct) chicca finale: "Un leader dei Rossi ha affermato che tre tipi di escrementi verranno lanciati contro membri di spicco delle istituzioni. Escrementi di uomo per Abhisit, di donna per Suthep e di transessuale per Prem." Che manifestazione!

Foto Camicie Rosse a Bangkok, dal Bangkok Post

giovedì 11 marzo 2010

Ancora pensieri/2

"Bisogna farsene una ragione: al cuore non si comanda...ma il cuore alle volte può essere un vero imbecille!"

"Orgoglio, timidezza e gelosia: che miscela letale. Il cuore si gonfia, comprimendo i polmoni, fino a che uno non riesce neanche più a respirare."

"Ti prendo a calci nel sedere fino a farti cambiare taglia dei pantaloni!"

"Se qualcuno crede che un evento di moda sia divertente...non deve essersi mai divertito in vita sua..."

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Foto di un uomo pensieroso a Kahsgar-Xinjiang, Cina, di Fabio Pulito

sabato 6 marzo 2010

Strada Purgatorio - Bangkok > Pattaya, Thailandia

C'è nel Siam un'autostrada,
lunga appena cento miglia,
che dalla città degli angeli
conduce al borgo del peccato.
Inesorabile il Caronte-bus
traghetta tra l'afa e il buio
dannate anime in contromano
lungo la strada Purgatorio.
S'odono le prime urla,
fiamme alte divampano,
con gli angeli ormai alle spalle
andiamo dritti all'INFERNO!

Foto del cielo infuocato sopra Pattaya, di Anaktaro (CC), da flickr

giovedì 4 marzo 2010

Il vero mosaico - Istanbul, Turchia










Foto di olive in un mercato di Istanbul, di Fabio Pulito



Barche come schegge conficcate nel Corno d'Oro,
l'increspatura del Bosforo coagulata da un caglio ottico:
non è un fermo immagine o uno scatto digitale,
ma uno scorcio dipinto da un giramondo visionario.
La città osserva in posa di modella beffarda
la storia che corre, la strattona e si infuria.
Chiese e Moschee schiacciano palazzi e bazar,
la pressione spinge in alto minareti e campanili.
Il vero mosaico non sta incollato alle navate,
sono tasselli di storia, costumi e volti.
Ma la struttura articolata, di pietra e colori,
si semplifica da una terrazza,
con un te e olive nere.

Istanbul, Turchia, autunno 2009

mercoledì 3 marzo 2010

Un frullato a Rangoon - Birmania

Nella papaya la scienza trova antiossidanti e vitamine. Io ci vedo la bandiera di un paese tropicale: la banda esterna gialla coi ricami smeraldo, il centro arancio-rosso, spappolato, quasi marcio. E vicino all'asta il nero dei semi, decine di perle, gommose e luccicanti.
Nel centro di Rangoon, all'ombra delle palme, davanti agli specchi e i ventilatori di una teahouse, un flemmatico birmano prepara un frullato. La lama scorre lenta, sbucciando senza sprechi. La polpa fradicia cede senza sforzo, basta quasi soltanto il peso del coltello. La getta in un mortaio, con un blocco di ghiaccio, e senza usare lame, plastica o corrente, la sminuzza con pazienza, a colpi di pestello.
Un frullato a Rangoon è come la strada tranquilla, l'ombra delle frasche, la sala da te coloniale. È più di una bibita, di uno spruzzo al pomeriggio: pulsa di atmosfera, è un'esperienza integrale.

Rangoon, Birmania, autunno 2002 

Foto "Papaya" di Flowery Luza (CC), da flickr

martedì 2 marzo 2010

Pensieri

"Sarei uno di quegli adulti che si comportano come degli adolescenti insicuri...se non fossi già un adolescente insicuro..."

"Qualcuno ha detto che le donne sono sognatrici, fantasiose, sentimentali, mentre gli uomini sono freddi, concreti, determinati. Che errore madornale: è esattamente il contrario."

"Certi giorni sarebbe meglio svegliarsi la mattina dopo."

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Foto "Thinking RFID" di Jacob Bøtter (CC), da flickr