lunedì 22 febbraio 2010

Un urlo muto della mente - Bangkok, Thailandia

Bevo una birra - rock che vibra nell'aria - 
sto appoggiato a un furgone trasformato in un bar.
Ad un tratto una voce rimbomba nella strada, 
o forse è soltanto un urlo muto della mente: 
"No, no, no! Certe donne non capiscono, 
è un enorme malinteso. 
Non cerchiamo sesso, stabilità, surrogati. 
Avevano ragione i Beatles: All we need is love".

Immagine: "L'urlo", di Edvard Munch, 1893

giovedì 18 febbraio 2010

Le apparenze - Bangkok, Thailandia

Dei ladyboy si agitano, starnazzano, indicano. La gente si gira ma l'azione è sfumata. Uno spilungone straniero, con dei vestiti di lino, resta fermo un attimo e poi se ne va. A terra ce n'è un altro, immobile, sanguinante. I presenti accorrono per prestare soccorso mentre il colpevole viene indicato ad una pattuglia della polizia. Si avvicina, gesticola e racconta la sua versione. L'altro lo ha provocato con due calci nel pube: al primo lo ha perdonato, al secondo lo ha steso. Ha un fare strafottente ed è evidentemente alticcio. La gente lo osserva, sembra averlo già incolpato e i poliziotti poco dopo se lo portano in stazione. Arriva un ambulanza con alcuni paramedici. Rimuovono il sangue dal volto della vittima: questi si divincola mentre un turista lo trattiene. Gli fanno delle domande, lui risponde solo Russia. Alcuni secondi dopo si riprende e apre gli occhi, poi senza dire una parola colpisce il turista con un jab
Ad un tratto tra i presenti si fa strada un dubbio. Fidarsi delle apparenze è una scommessa rischiosa. Lo stangone è un arrogante, ma forse non mentiva, senza nemmeno ascoltarlo lo hanno mandato al commissariato. E un turista un po' ingenuo, aiutando la vittima, come segno di gratitudine ha beccato un pugno sul muso. 

Foto "Fighting wolves" di Tambako the Jaguar (CC), da flickr

lunedì 15 febbraio 2010

Quel dito puntato - Vientiane, Laos

Un mezzo spigoloso si ferma sul ciglio della strada. È un motorino modificato, con delle ruote aggiunte. Il ragazzo che lo guida, magro e con la pelle scura, scende e comincia a muoversi come un neonato, a gattoni. Si aggira tra i tavolini di un caffè all'aperto, si ferma dai clienti, aspetta un'elemosina. La gente non ci fa caso e continua a chiacchierare. Un turista lo nota, mette una mano in tasca, estrae una banconota e poi gliela porge. Il mendicante non l'afferra e fa un gesto brusco. Il turista attende un po' e poi rimette via i soldi. Il laotiano sbuffa e fa per tornare in strada, poi si ferma, si volta e comincia ad urlare. Sono insulti in inglese, parole volgari. La gente ammutolisce, i camerieri osservano. Il turista è pietrificato, subisce gli improperi, inchiodato al suo imbarazzo da quel dito puntato. La situazione è delicata, le circostanze particolari, ogni reazione che vaglia è un'arma a doppio taglio. Si volta sperando che finisca tutto al più presto.
Certo, la banconota era di piccolo taglio, ma anche l'unica che era stata offerta. Perché quella scenata? Ci sono varie ipotesi. Persone così hanno problemi complessi, sprofondano nell'abisso di droghe sintetiche e alcol. C'è anche un'altra possibilità, più generale, comunque triste. Vientiane non è più una destinazione remota. Auto costose, gadget moderni, vestiti alla moda, tendenze on the edge. Dall'altra parte del fiume brillano le luci thailandesi. Organizzazioni e turismo portano denaro e globalizzazione. Crescono reddito e scolarizzazione, ma anche confusione, vizio e arroganza
Un mendicante di città non è il montagnard del villaggio: può rifiutare un'elemosina, girarsi stizzito, puntarti un dito in faccia e insultarti in inglese.

Foto di un mendicante a Bangkok, di Fabio

lunedì 8 febbraio 2010

Un sorriso da peluche - Koh Samui, Thailandia

Lo scaldabagno non funziona, avverto la reception. L'ometto mi risponde col suo inglese condensato. Check tonight. Sorride, sorrido. Tutto a posto, vado in spiaggia.
Torno verso sera e giro il pomello della doccia. Il clima tropicale fa sudare, soffrire, ma non vi aspettate che allevi lo shock dell'acqua ghiacciata. Mi lavo in fretta coi denti digrignati, poi quando scendo faccio di nuovo rapporto. L'ometto simpatizza, si rattrista mentre ascolta, sembra quasi che la doccia fredda l'abbia fatta lui. Col volto che gli si ricompone in un sorriso da peluche, sceglie un'altra voce dal suo frasario sgangherato: check again!
Quando torno in stanza trovo uno scaldino diverso: è più vecchio dell'altro ma la spia si accende. Purtroppo la temperatura non si alza di un grado. Scendo a ritirare un altro sorriso da peluche: la soluzione non cambia, è di nuovo check again.
Il terzo scaldabagno è un pezzo di modernariato. Attendo sfiduciato con la mano sotto il getto ma dopo alcuni istanti l'acqua si fa tiepida. Confermo con l'omino che sorride soddisfatto. 
Il sorriso thailandese è un gesto multifunzionale, toglie dall'imbarazzo o rompe barriere di ghiaccio. Alle volte in un hotel, in un isola del sud, funziona come strumento per il customer-care.

Immagine "Sailboat Teddies", di Ruane Manning, da Allposters.com

Tributo al Surrealismo (e al Dadaismo)

L'unica differenza tra me e un pazzo è che io non sono pazzo (Salvador Dalí).
L'unica differenza tra Salvador Dalí e me è che io non so dipingere.

Foto Salvador Dalí sulle scale del Philadelphia Museum of Arts, di Max Buten (CC)

giovedì 4 febbraio 2010

2012

Dicono che nel 2012 schiatteremo tutti. C'è chi nega, chi ridicolizza e chi invece minimizza: non sarà un cataclisma, un giudizio universale, ma soltanto una rivoluzione, un cambio d'ordine sociale. Io all'inizio snobbavo, sghignazzando con sprezzo. Ora però sto cambiando opinione: nell'ipotesi catastrofica intravedo un'opportunità. Da anni mi chiedo cosa farò da vecchio, quando sarò debole, acciaccato e senza pensione. Ci sarebbe il suicidio, la soluzione intima, ma non ho il coraggio dei grandi, né la disciplina dei samurai. Un poderoso cataclisma potrebbe darmi una mano. Il 2012 però è prestino: se solo si potesse fare qualche anno più tardi...

Foto del Giudizio universale, Cappella Sistina, Roma, di Michelangelo Buonarroti

L'ordigno organico - Bangkok, Thailandia

Spilucca Som Tam al ristorante Isan. Scarta semi, pseudo-semi e tutto ciò che è rosso. Quando ormai sembrava che ce l'avesse fatta, a due bocconi dalla fine, ha luogo il fattaccio: scambia un peperoncino verde per un frammento di fagiolino, lo inforca distrattamente, lo mastica e lo ingoia. Per qualche illusorio istante non succede nulla, è come il tempo che intercorre tra lo sgancio di una bomba e lo schianto. Poi il palato esplode e gli si infiamma il volto. Sul cranio e sulla fronte colano torrenti di lava. L'ordigno organico segue il canale digestivo, incendiando lingua, esofago, stomaco e sfintere. Si dice che il peperoncino sia un ottimo disinfettante. Chiamatelo scettico, ottuso occidentale: lui continua a preferire colluttorio e bidè.

Foto "Peperoncini verdi al mercato HAL di Bangalore, India", di Rajesh Dangi (CC)

mercoledì 3 febbraio 2010

Stanotte finisce quando lo dice l'alba

Ieri è crollato, sopraffatto dal sonno. Ha lottato a lungo contro il peso delle palpebre, poi si è ricordato le parole degli amici. Di che ti preoccupi? C'è sempre domani. Non ne è sicuro, diffidente cromosomico. Ma alla fine hanno sempre avuto ragione. Oggi però non ci sono scuse. Ti sei riposato, niente lavoro: stanotte finisce quando lo dice l'alba. Ma che senso ha? Starete pensando. Che senso? Come...risponde lui. Domani, come dite voi, probabilmente ci sarà. Ma dopodomani...io...beh, che ne so?

Immagine "Dancing 'til dawn" di Marianne Millar, da Allposters.com

martedì 2 febbraio 2010

Confucio e le sbronze - Kunming, Cina

Lo straniero è già brillo quando entra nel locale. Gira attorno alla pista, fiancheggiando i tavoli. Dei cinesi lo chiamano, gli allungano un bicchierino. Lui sorride, lo afferra e brinda con un uomo, ma quando accenna al brindisi con il ragazzo a fianco il primo lo blocca e gli chiede di bere. Altro bicchierino, altro brindisi e così via con tutti i membri del gruppo. È whisky con te verde, un cocktail mediocre, ma dolciastro, alleggerito, che va giù fluido.
Il risveglio è un viaggio inter-dimensionale. Come spesso gli accade da quando sta in Cina, si sveglia spaesato, in un luogo sconosciuto. Questa volta però la sensazione non svanisce. Sdraiato sul divano fissa immobile il soffitto: poco fa ha sognato il vomito che ha in faccia. Gira la testa sfidando l'emicrania e vede due ragazze che dormono su un letto: una di loro era al tavolo di ieri. Alza la coperta: indossa solo dei boxer, nota imbarazzato che non sono suoi. Non è ancora riuscito a mettere assieme il mosaico quando tocca con le dita una ferita sulla fronte. 
Barcollava quando camminava all'esterno del locale. Le ragazze lo hanno aiutato a salire sul taxi ma al momento di dare le indicazioni al conducente il cervello si è spento e lui è crollato sul sedile. Con l'aiuto del tassista lo hanno trascinato a casa. Sulle scale è caduto e ha battuto la testa.
Altri stranieri in passato sono stati narcotizzati e derubati, ma i suoi soldi e le sue cose stanno su un tavolo. Le ragazze portano da bere e hanno cucinato qualcosa. Lo hanno pulito e svestito, mandato gli abiti in lavanderia. È un atteggiamento che in occidente può sembrare normale, ma in Cina certe cose non vanno date per scontate.

Come spiegato un questo blog, tenuto da un italiano che vive in Cina, se si vuole capire quel che succede in questo paese, bisognerebbe sempre ricordare la frase seguente:
<<君君、臣臣、父父、子子 (jūnjūn, chénchén, fùfù, zǐzǐ)
Wikipedia dice che una traduzione potrebbe essere
There is government, when the prince is prince, and the minister is minister; when the father is father, and the son is son.
(Confucio, Analects XII, 11)
[...]
L’ordine nella società umana nasce dal rispetto delle gerarchie
[...] e Confucio ci dice anche qual'è l'ordine di importanza:
  1. Tra governante e suddito
  2. Tra padre e figlio
  3. Marito e moglie
  4. Tra amici
  5. Tra fratelli
Come si vede non c’è traccia degli “altri”, quelli di “ama gli altri come te stesso”>> (*)

Allo straniero sbronzo quindi è andata bene. Anche in Cina, almeno alcune volte, le eccezioni intervengono a confermare le regole.

(*) Da Itariajin. Sul tema consiglio la lettura di Altruismo e di Civiltà

Primavera 2007

Ritratto di Confucio di Wu Daozi, 685-758, Dinastia Tang